Le piccole imprese finanziarie all'attacco della Y generation
di Milo Goj
La chiamano "Y generation". Comprende gli individui nati tra il 1980 e il 2000. La loro caratteristica principale è un'attenzione alle tecnologie digitali che non ha eguali nelle generazioni precedenti. Il digitale, per il loro modo di pensare, è passato dalla sfera del virtuale a quello del reale. Altro aspetto della Y generation è la propensione all'acquisto di servizi finanziari. Nei prossimi vent'anni (ricordiamo che una fetta consistente di questa generazione è composta ancora da teen agers) saranno forti acquirenti, attraverso i canali on line, di prodotti finanziari.
Per questo, il settore finanziario è tra quelli più attivi nel raggiungimento della cosiddetta "maturità digitale", che si verifica quando un'azienda utilizza strumenti avanzati e tecnologie per migliorare i risultati di business, sviluppa in maniera continua le iniziative di Ict (Information communication technology) e gestisce i processi digitalmente.
Secondo una ricerca europea condotta da Coleman Parkes per conto di Ricoh, il 73% dei manager della finanza prevede che il cammino verso la digitalizzazione avrà ripercussioni positive sulla crescita aziendale. Mentre il 69% afferma che la maturità digitale contribuirà a rendere l'immagine aziendale ancora più attraente agli occhi di investitori e di potenziali acquirenti, per cui la digitalizzazione potrebbe rivelarsi un fattore decisivo nell'ambito di fusioni e acquisizioni.
Ma la vera sorpresa dello studio Coleman Parkes/Ricoh è che, nel comparto della finanza, le aziende più orientate al raggiungimento della maturità digitale sono quelle più piccole. Il 70% di queste ritiene, ad esempio, di essere in grado di comprendere e implementare le tecnologie in maniera puntuale e di trarne velocemente vantaggio rispetto ai concorrenti più grandi. Il 63% prevede poi di riuscire raggiungere la maturità digitale più rapidamente delle imprese più grandi. La fiducia delle Pmi della finanza è dovuta probabilmente alla loro maggiore velocità nell'affrontare i cambiamenti e alla loro capacità di adottare nuovi modi di lavorare più rapidamente rispetto alle grandi imprese. Mette poi conto sottolineare che il 67% delle piccole imprese finanziarie intervistate conviene sulla necessità di affidarsi a un partner esterno che, anche in collaborazione con le risorse umane interne, guidi l'azienda verso la maturità digitale.