Cina: spopola l'app che aiuta i gay a combinare matrimoni di facciata
Si chiama Queers, e' cinese e aiuta gay e lesbiche a combinare matrimoni di facciata: e' l'app del momento che piu' spopola all'interno della comunita' LGBT della Cina dove, sebbene l'omosessualita' sia stata depenalizzata nel 1997, manifestare liberamente il proprio orientamento sessuale e' ancora un traguardo lontano. E spesso il tabu' inizia tra le mura domestiche. La soluzione Bill Zhong, 23 anni, l'ha trovata in Queers - che in slang inglese significa "finocchio" -: e' bastato inserire il numero di telefono e pochi altri dati personali e in pochi minuti si e' ritrovato connesso a una rete di oltre 4.000 donne lesbiche in cerca di un marito (gay) per far felice la propria famiglia e 'salvare la faccia'.
L'app e' stata lanciata lo scorso 5 gennaio e in sole due settimane conta gia' oltre 10mila utenti registrati, ha riferito al SCMP il co-fondatore di Queers, Liao Zhuoying. L'applicazione e' una costola dei siti di incontri Gaypark e Lespark, su cui e' stato condotto un sondaggio preliminare per misurare l'indice di gradimento. Questo tipo di unione - xinhun in cinese - non e' nuova: il termine ha fatto la sua comparsa sui forum online nel 2005. "Xinhun non e' basato sull'amore" ha spiegato al South China Morning Post Stephanie Wang, ricercatrice. "Qualsiasi termine e condizione puo' essere messa sul tavolo". In questo senso, Chinagayles.com - la piu' grande piattaforma di incontri focalizzati al matrimonio di facciata - fornisce anche esempi di contratti pre-matrimoniali come guida alle coppie per quanto riguarda la gestione dei beni, dei figli e dell'eredita'. Il matrimonio e' una bugia bianca, ma i beni sono concreti, continua Wang. "Senza indicazioni accurate in materia, la gestione delle spese puo' diventare un focolaio di conflitti".