"L'Islam sta cambiando la società. Il no alla minigonna uccide le donne"
Polemiche dopo la circolare che vieta la minigonna in un Comune alle porte di Amsterdam
"Siamo in guerra e lasciamo spazio al nemico. Ma nessuno se ne accorge". Così Daniela Santanchè, pasionaria di Forza Italia, commenta con Affaritaliani.it la circolare che invita a non indossare la minigonna per non urtare la sensibilità degli islamici, inviata alle dipendenti dal Comune di Nieuw West, uno dei maggiori distretti municipali di Amsterdam, tra i più popolati da immigrati musulmani.
NO ALLA MINIGONNA? - Una lettera parzialmente smentita dopo qualche ora con un secondo comunicato: "Nessun bando sulle minigonne", quel richiamo è stato fatto "a scopo di chiarimento dopo una discussione interna". E su Twitter lo stesso Comune ha aggiunto: "I dipendenti dovrebbero vestire in modo lindo e curato. Sta a loro decidere come". Pare che le impiegate abbiano celebrato il primo giorno di lavoro come da tradizione, cioè indossando proprio gonna o minigonna. Ma in poche ore la vicenda ha sollevato un polverone in tutta Europa, dalle battute ironiche ai pesanti attacchi politici, soprattutto da parte dei movimenti di destra che parlano di sottomissione all'Islam, aggiungendo che ci sarebbe stata una mail ancora più dura di quella inviata, con minacce di provvedimenti amministrativi contro le "svergognate".
"SIAMO IN GUERRA E NESSUNO SE NE ACCORGE" - Che la minigonna siano stata indossata o meno a questo punto poco importa, perché la questione offre l'occasione per una riflessione più profonda, che tocca le fondamenta della società occidentale.
"Quella circolare fa parte di quel processo di islamizzazione ormai avviato - prosegue Daniela Santanchè -. Dire no per decoro alla minigonna significa fare un passo indietro sulle conquiste dell'Occidente e quindi avvantaggiare la sharia. Molte donne, anche in Italia, sono morte ammazzate in nome di quella minigonna".
Mettere al bando la minigonna è come ucciderle una seconda volta: "Questo capo è il simbolo del voler vivere all'occidentale. Indossare i nostri abiti, frequentare i nostri ragazzi, ascoltare la nostra musica... Per questo tante giovani vengono uccise dai loro uomini".
L'Europa ha paura? "Siamo in guerra e si lascia spazio al nemico. Ma nessuno se ne accorge o se ne interessa. Le femministe mi pare che stiano più col burqa che con la minigonna. E nemmeno gli italiani sembrano così interessati e così coinvolti. Intanto noi stiamo vivendo la guerra delle guerre e combattiamo per la libertà, che rischiamo di perdere giorno dopo giorno. Capisco che ci siano tanti problemi importanti, come stipendi, occupazione e pensioni, ma io sono molto preoccupata, perché penso che mio figlio non sarà più libero come me"
Quella in corso è una guerra più subdola, secondo Santanchè: "Non ci sono i carri armati e non si spara, ma abbiamo gli eserciti in casa. Alcuni quartieri sono dei veri e propri califfati, sottratti alla nostra giurisdizione, dove vige la sharia. I loro quartieri, coi kebab, le macellerie islamiche, i money transfer e i suk, si trasformano anche da un punto di vista estetico-culturale. Facciamo politiche di integrazione, ma loro nn vogliono integrarsi. Eppure vedo che la nostra vita scorre normale. Ma, ripeto, non percepisco questa grande preoccupazione, che io invece sento moltissimo".
Maria Carla Rota
@MariaCarlaRota