La moda vista dalla semiologa. Intervista a Eleonora Chiais
di Rosalba Pasetto

Cominciamo dalla fine, ovvero dal blog SemioFashionAndTheCity, che la giovane semiologa Eleonora Chiais ha fondato con Federica Turco, ovvero cominciamo dal blog che ci spiega i significati dietro alla moda e ai suoi oggetti culto. Tanto per capirci, il nostro semio-blog si presenta con un’immagine a tutto schermo delle improbabili scarpe a tacco altissimo che fanno letteralmente impazzire le/i fashion-addicted 2.0 e non solo. Torinese, classe 1986, agli esordi della sua vita universitaria Eleonora si è letteralmente “scontrata” con la semiotica, innamorandosene perdutamente, quasi quanto della moda, parrebbe di capire, perché, dopo averci giocato fino a preparare una tesi sui consigli (semiotici) per trovare il Principe Azzurro, è approdata a un dottorato in semiotica della moda, cui si dedica adesso insieme al giornalismo.
Intanto spiegaci cos’è la semiotica, Eleonora!
In parole povere, la semiotica è la disciplina che studia i segni e quello che i segni vogliono comunicare: il suo oggetto di studio è il modo in cui i segni formano un senso.
Qualunque segno, quindi anche un tacco a spillo…
Come quasi tutte le matricole, non avevo idea di che cosa fosse questa materia dal nome astruso, ma la immaginavo come qualcosa di completamente estraneo alla “vita reale”. A poco a poco, però, mi sono resa conto che era applicabile a 360 gradi e, semplicemente, ho cominciato a leggere le cose con le lenti della semiologia.
Prima la tesi sul Principe Azzurro, e ora i vestiti…
Non sono due soggetti poi molto lontani, anche perché, per esempio, sono proprio gli abiti, nella tradizione delle favole, a definire il personaggio dell’eroe: un principe fucsia suonerebbe un po’ strano, e anche un bel tenebroso abbigliato di blu scuro, come spiego nella tesi, incarnerebbe tutt’altro ruolo! E come facciamo a saperlo? Proprio grazie alla semiotica…
In parole povere?
Banalmente, applicando la semiotica al mondo dell’abbigliamento: se vedo una donna in tacchi a spillo e abito lungo difficilmente penserò che sia pronta per la sessione di footing mattutino, ma piuttosto la immaginerò prossima a un incontro galante, o magari a una serata a teatro. Non si tratta però di accettare questo fatto come una sorta di evidenza lapalissiana: lo strumento che, consciamente o meno, tutti utilizziamo per questa interpretazione è appunto la semiotica, che, oltretutto, ci permette anche di intervenire sui segni, modificandoli in modo personale, attuando una sorta di “micro-chirurgia del senso”.
Veniamo alla semiotica della moda.
La semiotica della moda può essere semplicemente una sorta di manuale di istruzioni per l’abbigliamento quotidiano. Con il nostro blog SemioFashionAndTheCity vogliamo togliere alla semiotica l’etichetta di materia esclusivamente accademica per mostrare che può essere utile, anzi che è indispensabile, nella battaglia quotidiana con le scelte di stile!
Quindi con SemioFashionAndTheCity…
Sulla scia di moltissimi illustri studiosi, con SemioFashionAndTheCity vogliamo far uscire dalle biblioteche e dalle aule un certo tipo di semiotica per farla approdare sulle passerelle della moda.
Ma che cos’è la moda?
La moda, e l’abbigliamento, sono importantissimi nella vita quotidiana perché comunicano sempre qualcosa di chi indossa un abito. Se Cenerentola andasse al ballo in pantofole, il principe la noterebbe? E se nel Mago di Oz Dorothy avesse un paio di scarpe nere, magari in tinta con la borsa, riuscirebbe a tornare nel mondo reale? La risposta è un secco, duplice no, il che spiega quanto, davvero, gli abiti ”facciano il monaco”. Semplicemente, la moda è una questione di senso e con SemioFashionAndTheCity cerchiamo di spiegarlo in modo serio ma leggero.