Gdo, trend negativo del Prosecco e vola il Primitivo. Bollicine calo del 6,7%
Nell'anteprima degli studi del gdo un netto calo del Prosecco. Positiva invece la crescita del Primitivo
Un cambio di tendenza sulla vendita dei vini nella grande distribuzione organizzata; il gdo infatti presenta in anteprima, in occasione della fiera veronese Vinitaly, i propri studi che evidenziano un calo quantitativo del 4,4% nel 2018 compensato dall’aumento del prezzo medio. La ricerca completa verrà presentata a Vinitaly lunedì 8 aprile con la partecipazione di cantine e catene distributive.
Nel 2018 la gdo ha incassato 1,9 miliardi di euro attraverso i vini, in crescita del 2,9%, con un balzo del 7,7% del prezzo al litro, poco più di 3 euro. Aumentato a 4,7 euro il prezzo medio di etichetta dei vini a denominazione in formato 0,75 litri.
Il Lambrusco si pone come fanalino di testa nella classifica realtiva alla presenza negli scaffali dei supermercati, un primato però che si vede limitato solo alla quantità; in fatto di valore il Chianti è vero leader con 71,1 milioni di euro seguito dal Lambrusco con una cifra inferiore ai 50 milioni.
Sorprende in negativo nelle prime 15 posizioni il Prosecco che perde l'11,5% in quantità e il 6,7% in valore; in crescita invece il Primitivo protagonista di un salto di oltre 20% che lo avvicina ai 19 milioni di incasso.
Nella categoria dei vini "emergenti", quelli a maggior potenziale e tasso di crescita, si eleva il Lugana. Una crescita a volume del 22,1% e a valore del 24,2% nel 2018.
Un trend positivo è dato anche da Passerina e Ribolla ed entrano tra i top 15 per tasso di crescita anche Grignolino, Cerasuolo, Refosco e Aglianico.
In questo aumento del valore del vino che porta a un aumento dei prezzi e a una diminuzione delle promozioni l'Iri si è espressa dalle parole del proprio business insight director Virgilio Romano: “Da anni cantine e catene distributive portano avanti la scommessa sul valore, per dare la giusta rilevanza alla grande offerta di uve presenti in Italia. E questo significa lavorare sulla qualità, sui disciplinari delle denominazioni d’origine, ridurre le promozioni e definire i prezzi più appropriati”.
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