Dal Csm ok allo stop porte girevoli tra politica e magistratura.
La Commissione Giustizia della Camera ha adottato come testo base della riforma dell'ordinamento giudiziario e del Consiglio superiore della magistratura quello presentato dall'ex ministro Alfonso Bonafede. Nello stesso giorno il plenum del Csm discute e vota il proprio parere al provvedimento. E il "Sì" allo stop alle porte girevoli politica-magistratura è il pronunciamento, che elimina anche certi passaggi critici contenuti nel parere originario. Il nuovo testo epsrime chiaramente che il Csm "valuta positivamente l'intervento del legislatore volto a dettare una disciplina organica della materia e a fissare limiti rigorosi per il passaggio dalla magistratura alla politica, nonché a introdurre un divieto di riassegnazione a funzioni giudiziarie dei magistrati che abbiano assunto incarichi elettivi o di governo". Chi sceglie la politica dovrà rinunciare alla toga per sempre: non potrà rientrare in magistratura alla fine del mandato elettivo e di incarichi di governo.
"Si tratta di tutelare l’immagine di imparzialità e di indipendenza del magistrato che è compromessa anche nel caso in cui un magistrato si candidi nella sede dove presta servizio", ha detto il togato di Area Giuseppe Cascini. "Non voglio riprendere una polemica interna sulla posizione di un magistrato che ancora oggi, anche per colpa della inerzia del Consiglio, esercita la giurisdizione nella città dove è, di fatto e agli occhi di tutti, candidato alla carica di sindaco". "Ma è evidente" - continua - come vi sia un rischio di commistione, almeno sul piano della immagine, tra l’esercizio della giurisdizione e l’impegno politico, per cui è più che giusta la scelta del legislatore di separare, nel tempo e nello spazio, la candidatura di un magistrato rispetto all’esercizio della giurisdizione”.
Commenti