
L’hanno aggredita fuori da scuola, proprio mentre la ragazzina stava per prendere l’autobus e tornare a casa. Questa volta però a compiere l’aggressione sono state delle compagne, sue coetanee di 15 anni. A riferire l’episodio è il Tirreno. Secondo quanto si apprende la 15enne è stata bloccata dopo una discussione e malmenata a lungo.
Labbro rotto, zigomo tumefatto, grande paura. La studentessa, terrorizzata, torna dentro la scuola e racconta l'accaduto a cinque insegnanti che l'aiutano a tamponare la ferita. In quell'istituto tutti si conoscono bene: trecento alunni, quasi tutte ragazze.
Il bisticcio nasce da alcune rivendicazioni incrociate, un crescendo di insulti sui suoi comportamenti con i maschi. Tornata a casa i genitori l'hanno portata al pronto soccorso. I medici riscontrano ferite superficiali e assegnano qualche giorno di prognosi.
Ma i genitori vogliono andare in fondo. Il giorno seguente il preside dell'Istituto, Ivo Regoli, incontra i genitori della ragazza aggredita. Spiega loro quanto tornato a ripetere ieri, che “l'episodio è deprecabile ed increscioso” e che “è difficile intervenire con sanzioni disciplinari da parte della scuola perché l'aggressione è avvenuta fuori dalla sede e lontano dall'orario di lezione”.
Ma il padre della ragazza si rivolge ai carabinieri di Montemurlo che indagano e tentano, innanzi tutto, di mediare tra la scuola e i genitori della 15 enne aggredita, che ce l'hanno con l'istituto “che non avrebbe sorvegliato le ragazze e provveduto a segnalare — tramite i loro vertici — l'evento alle forze dell'ordine”.
Il preside Regoli conferma che nei prossimi giorni “i consigli di classe si riuniranno e discuteranno della vicenda”, mentre la Procura dei minori — secondo fonti investigative — non si sarebbe ancora interessata al caso. “Ho avuto modo di parlare con le ragazze coinvolte nella vicenda e con i loro genitori: l'unico modo per non arrivare a questi episodi — chiarisce il preside — è una collaborazione più stretta tra famiglia e scuola”.