Sos anoressia/ Il rifiuto del cibo? Non c'entra niente con il mondo della moda. Una storia vera diventa libro


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L’anoressia non c’entra niente con la moda. Lo sostiene in “Sono bruttissima” (casa editrice Mondadori, 245 pagine ca, 13 euro). Judith Fathllah, 18nne di Cardiff, mezza araba (di padre) e mezza gallese (di madre), che già a 13 anni soffriva di questo disturbo al punto di poter restare incollata ai termosifoni fino a ustionarsi la pelle e continuare a sentire freddo dentro.

Al punto di vedere crescere sulla pancia, sulla schiena e sul petto uno strato di morbida peluria, “l’ultimo disperato tentativo del corpo per mantenersi caldo”. E ancora: di sentire perennemente in bocca e in gola il sapore del vomito, “a causa del tessuto muscolare che si consumava”.

Una donna che il problema lo conosce e l’ha superato, quindi. E che contro l’immagine diffusa dai mezzi di comunicazione di anoressia come di un dramma dell’angoscia esistenziale adolescenziale, alimentato dalle foto delle dive magre e dalla pressione esercitata dal gruppo a essere pelle e ossa, la Fathllah si scaglia con veemenza. “Non dico che le immagini di celebrità magre e di modelle in pelle e ossa non possano aggiungere benzina al fuoco. Ma la magrezza è una manifestazione esteriore di un problema interiore. Quasi tutte le adolescenti sono a dieta, ma la follia è tutta un’altra faccenda”, osserva.

La sua storia comincia un’estate di cinque anni fa, anche se è difficile capire esattamente quando ha cominciato ad ammalarsi, “perché queste cose non cominciano all’improvviso come un fulmine a ciel sereno. Sono più come l’acqua che monta dietro una diga, te ne accorgi ma sai di non poter fare niente per fermarla”, spiega la scrittriceche ai tempi pesava 64,5 kg per un metro e 57 di altezza. “Le mie dimensioni cominciavano a condizionarmi. Così mi continuavo a ripetere che sarei diventata magra. E spesso mi proponevo l’obiettivo di dimagrire. Ma quell’estate la decisione non vacillò”. Tra insalate, dolci al posto del pasto, camminate, nuotate e giri in bicicletta al ritorno dalle ferie Judith, alias Jessica nel libro, pesa 61,5 kg. Ma si ripromette di continuare a dimagrire. E’ metà agosto: la diga si è rotta. A fine dicembre pesa meno di 45 kg. “A volte pensavo di avere il fisico giusto, ma non c’era verso di farmi ingerire una sola caloria in più perchè avevo paura di ingrassare”, ricorda.

Una toccante storia vera di una ragazzina che ha sconfitto l’anoressia, raccontata in prima persona dalla giovane protagonista. Un racconto che andrebbe letto e divulgato. Per ricordare che c’è gente che ci muore, di anoressia.

 Nicole Cavazzuti

 Judith Fathllah
“Sono bruttissima”
casa editrice Mondadori
245 pagine circa
Prezzo 13 euro


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