
È stata definita ieri a Bari la sentenza di primo grado relativa al processo Arkeon. Vito Carlo Moccia, principale imputato, è stato assolto da tutti i capi d’imputazione a esclusione dell’associazione per delinquere finalizzata all’abuso di professione psicologica, dovuta alla scelta di non iscriversi all’Albo. Sono risultate infondate le accuse di maltrattamenti, truffa, violenza privata, procurato stato di incapacità e calunnia, a testimonianza della totale strumentalizzazione mediatica del processo.
“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia, e ancor più fiducia in Dio, - ha dichiarato il protagonista della vicenda, Vito Moccia - in cuor mio sapevo che nulla sarebbe potuto accadere se non l’affermazione della verità. Il teorema della “psicosetta” è stato completamente smontato dal Tribunale. Ma nel frattempo, nel corso di questa lunghissima odissea giudiziaria durata anni, un’associazione come Arkeon – che ha sempre sostanzialmente operato nel rispetto della legge – è stata stroncata, chiusa a forza, i membri inquisiti e le loro vite rovinate. Arkeon era un luogo dove riflettere, dove migliorarsi, per alcuni anche un luogo dove ritrovare la fede: siamo stati dipinti in modo strumentale come persone spregevoli, quasi dei demoni, i nostri figli sono stati insultati a scuola, qualcuno di noi ha perso il lavoro, io stesso sono stato rovinato – nella salute e non solo - da persone malintenzionate che hanno manipolato i fatti, alterato la verità, inventato bugie di sana pianta. L’unico ‘crimine’, se così si può dire, mio e dei miei collaboratori, è di non essere iscritti all’epoca all’Albo degli Psicologi: va bene, pagheremo il giusto per questo, ma da qui a ciò che si è detto e scritto su di noi e sull’Associazione Arkeon vi è un abisso.
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
IL SIGNIFICATO DELLA SENTENZA SU “ARKEON”
Il giorno 16 luglio 2012 il Tribunale di Bari ha pronunciato una articolata sentenza in esito al processo contro Vito Carlo Moccia ed i suoi adepti e maestri, con lui associati a delinquere, imputati – appunto – del reato associativo (di cui Vito Carlo Moccia è stato riconosciuto promotore e fondatore) e di un’altra serie di reati satellite, consumati in occasione dei A dispetto di dichiarazioni fuorvianti rilasciate nell’immediato dagli imputati, direttamente o tramite i propri difensori, và chiarito che il Tribunale ha assolto gli imputati solo con riferimento al reato di calunnia in danno di Lorita Tinelli e di G. M., mancando la prova della volontà di calunniare. Per tutti gli altri reati contestati, si è invece raggiunta la prova della loro sussistenza! Ed infatti, ferma restando la condanna per il reato di associazione a delinquere e per quello di esercizio abusivo della professione di psicologo, i reati di violenza privata (originariamente contestata come violenza sessuale di gruppo e poi derubricata) e di maltrattamenti sono stati ritenuti consumati, ma dichiarati prescritti (ovverosia è passato troppo tempo perché la pretesa punitiva dello Stato possa continuare ad essere coltivata). Lo stesso dicasi per le molte truffe perpetrate dagli imputati, che sono state ritenute truffe semplici (senza aggravanti) e quindi perseguibili solo a querela, che nella fattispecie mancava. Ma ciò che è chiaro, e che gli imputati fingono di ignorare, è che il presupposto per dichiarare l’improcedibilità per prescrizione o per mancanza di querela è l’accertamento della responsabilità, come infatti troveremo spiegato nelle motivazioni della sentenza. Nessuna assoluzione, quindi, per Moccia ed i suoi associati (salvo che per la calunnia), ma conferma che tutti i gravi fatti denunciati erano veri e comprovati!
Legale delle parti civili del Processo |
PROF. RAFFAELLA DI MARZIO – Psicologa e Docente, una delle più note esperte italiane di nuovi movimenti religiosi, autrice del volume “Nuove religioni e sette”
“Sono una delle prime studiose che si è pronunciata affermando che l’Associazione Arkeon non era una setta, perché non ne aveva minimamente le caratteristiche, dal momento che – tra l’altro – si entrava e si usciva come si voleva e non si veniva mai neanche richiamati per fare nuovi corsi. Le sette esistono, ovviamente, ma non tutto può essere definito setta, non si può fare di tutta l’erba un fascio. Per questa presa di posizione onesta, chiara e trasparente sono stata anch’io perseguitata e indagata, con una successiva archiviazione del procedimento per totale infondatezza della notizia di reato: vi era un tempo in cui chiunque si avvicinasse ad Arkeon anche solo per studiare con obiettività quel gruppo, veniva violentemente attaccato come ‘complice di una pericolosa psico-setta’, setta che in realtà anche la Magistratura ci conferma oggi non essere mai esistita.
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