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Cronache
Beppe Grillo indagato a Milano per traffico di influenze illecite
Beppe Grillo 

Beppe Grillo indagato a Milano per traffico di influenze su alcuni contratti pubblicitari 

Beppe Grillo è indagato a Milano per traffico di influenze illecite per alcuni contratti pubblicitari sottoscritti dalla compagnia di navigazione Moby con il blog Beppegrillo.it. Nel contratto un compenso di 120mila euro l’anno. Perquisizioni della Guardia di Finanza negli uffici del garante del Movimento 5 Stelle. I fatti emersi a dicembre 2019 nell’inchiesta sulla Fondazione Open di Matteo Renzi.

Come scrive il Corriere della Sera la circostanza emerge a margine di alcuni sequestri e acquisizioni di documenti da una inchiesta su alcuni dei beneficiari di contributi, o controparti di contratti, della compagnia da tempo in cattive acque, e ammessa nel giugno 2020 dal Tribunale di Milano alla procedura di concordato preventivo, proposta dal gruppo (che fattura 700 milioni e impiega 6mila marittimi) a obbligazionisti, alle banche e allo Stato pure in gioco per la contrastata vicenda della Tirrenia.

Il fondatore di Moby, Onorato, e il figlio Achille sono indagati per bancarotta fraudolenta. L'indagine che coinvolge Grillo si fonda anche sui risultati di una consulenza tecnica disposta dalla procura milanese nell'ambito della procedura di condordato di Moby. Nel mirino è finito l'accordo, del valore di 120 mila euro all'anno e di durata biennale, sottoscritto nel marzo 2018 e valido fino al marzo 2020: l'obiettivo, come emerge dalla consulenza tecnica, era far "acquisire visibilità, con finalità pubblicitarie" al gruppo Moby "sul blog presente sul sito beppegrillo.it nonchè attraverso i canali redazionali social di Beppe Grillo srl, avvelendosi del loro supporto redazionale".

 

Così parlava Onorato sul canale You Tube di Beppe Grillo nel 2011

 

Sempre secondo il consulente della procura, l'importo complessivo versato dalla Moby a favore della Beppe Grillo Srl ammonterebbe a 200 mila euro. Sono in corso acquisizioni e sequestri da parte della Guardia di Finanza. Nello specifico la procura scrive in una nota: "L'armatore Vincenzo Onorato ha richiesto a Beppe Grillo una serie di interventi in favore di Moby spa che Grillo ha veicolato a esponenti politici trasferendo quindi al privato richiedente le relative risposte".

Non solo - si legge ancora - nei tre anni compresi tra il 2018 e il 2020, precisa ancora il procuratore Targetti, "Moby ha anche sottoscritto un contratto con la Casaleggio&associati che prevedeva il pagamento di 600 mila euro annui" come "corrispettivo per la stesura di un piano strategico e per l'attuazione di strategie per sensibilizzare l'opinione pubblica e gli stakeholdres alla tematica della limitazione dei benefici fiscali alle sole navi che imbarcano personale italiano e comunitario". Ansa riporta che i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf di Milano hanno effettuato perquisizioni anche nella sede legale della Casaleggio Associati.

La stessa agenzia riferisce che: "Ci sono una serie di chat inviate da Vincenzo Onorato a Beppe Grillo e da questo girate a esponenti politici dei Cinque Stelle con richieste per 'aiutare' il gruppo di navigazione italiano gravato da debiti finanziari, nell'indagine della Procura di Milano in cui il fondatore del M5S e l'armatore sono indagati per traffico di influenze illecite in merito a contratti pubblicitari. Da quanto e' stato riferito le chat, con anche le riposte alle richieste avanzate da Onorato, sono state trasmesse dai pm dell'inchiesta Open. Ora gli inquirenti milanesi intendono accertare se tali contratti fossero fittizi e se i relativi compensi percepiti dalla societa' del comico fossero il pagamento per prestazioni effettive o il prezzo per la 'mediazione' politica".

L'articolo 346 bis del codice penale spiega il reato di traffico di influenze illecite. "Chiunque - si legge - sfruttando o vantando relazioni esistenti o asserite con un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322 bis, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altra utilità, come prezzo della propria mediazione illecita verso un pubblico ufficiale o un incaricato di un pubblico servizio o uno degli altri soggetti di cui all'articolo 322 bis, ovvero per remunerarlo in relazione all'esercizio delle sue funzioni o dei suoi poteri, è punito con la pena della reclusione da un anno a quattro anni e sei mesi".

 

 

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