Per la vicenda di Roberta Ragusa, la donna scomparsa una anno fa, non è ancora giunta la parola fine. Gli investigatori non si arrendono.
La procura di Pisa ha deciso di chiedere una proroga di sei mesi come previsto dalla legge. Lo ha confermato il procuratore, Ugo Adinolfi, spiegando che la richiesta sarà formalizzata entro questa settimana al giudice delle indagini preliminari. Questa una delle tre possibilità che gli inquirenti avevano a disposizione insieme con la richiesta di rinvio a giudizio per Antonio Logli, 50 anni, marito di Roberta e finora unico indagato (omicidio volontario e occultamento di cadavere) o con il proscioglimento dell’uomo. La mossa della Procura sta a dimostrare che, dopo un anno di indagini, i sospetti permangono ma che gli indizi sono insufficienti. Inoltre l’atto era dovuto anche perché a breve sarà esattamente un anno dall’iscrizione di Antonio Logli nel registro degli indagati.
Nel frattempo proseguono le ricerche del corpo della donna, madre di due figli, cui di recente è stata impressa una ulteriore accelerazione.«Se non riuscissimo mai a trovare il corpo della signora Roberta Ragusa la sua sparizione rischierebbe di rimanere per sempre un giallo irrisolto», ha spiegato il procuratore Adinolfi.
Le ultime ricerche cui hanno partecipato 1500 persone hanno portato al rinvenimento di alcuni reperti giudicati interessanti e che sono stati inviati al Ris. Tra questi un frammento di teschio umano, alcune ossa repertate in una grotta e indumenti femminili. Il teschio è stato rinvenuto sulla spiaggia di Marina di Pietrasanta (a pochi chilometri a nord di San Giuliano Terme), le ossa in una grotta sui Monti Pisani e gli indumenti femminili in un cespuglio vicino alla villetta a Gello della famiglia Logli.