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Cronache
Cina e Vaticano, l'alleanza anti-Trump che mette in ginocchio gli Usa
(fonte Lapresse)

La dipendenza del Vaticano dalla Cina è chiaramente strumentale all'instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale, di cui la Cina è promotrice sia per ragioni ideologiche sia per motivi economici. Se la "chiesa" di Bergoglio vuole sopravvivere agli scandali infiniti che si è coltivata in seno e che la espongono al ricatto, deve rendersi serva del pensiero unico.  Ecco così la scelta green, l'appiattimento sulla narrazione circa il Covid eccetera. Tutto ciò è la prova dell'asservimento del cerchio magico di Bergoglio ai diktat del deep state e del Nuovo Ordine Mondiale. Se il Vaticano appoggiasse gli Usa, si metterebbe contro la Cina, che reagirebbe sia con una recrudescenza della persecuzione dei cattolici e soprattutto della gerarchia (di cui il Vaticano ha consegnato i nomi alla dittatura), sia con un'azione finanziaria e mediatica contro Bergoglio, circondato da corrotti e ormai esposto al ricatto”.

Sono senza mezzi termini, le parole di uno dei più grandi vaticanisti contemporanei, Aldo Maria Valli. 

Si parla addirittura di “un legame fra il DeepState di Biden, Clinton, Obama  e la Deep Church di Bergoglio e Parolin. Il rifiuto del confronto con gli Usa è motivato dal fatto che le obiezioni del Segretario di Stato Pompeo all'accordo sino-vaticano erano legittime e argomentate, mentre l'ostinazione del Vaticano a stipulare questo accordo non ha alcuna giustificazione, anzi dimostra nei fatti la sua assoluta irragionevolezza. Dialogare con l'amministrazione Trump evidenzierebbe l'incoerenza della Santa Sede: per questo Parolin e Bergoglio non vogliono il confronto, così come lo evitano su altri temi scottanti (scandali sessuali del clero, scandali finanziari, deviazioni dottrinali)”. Parole che aprono uno scenario orwelliano. Ma non sono le uniche. Si levano altre voci fra cui la più inquietante ipotesi di un desiderio di dominio ormai non più solo finanziario, da parte della Cina, bensì di razza. E questa parola inquietante, Deep State, avrebbe molto a che fare con l’immenso paese asiatico.

Già nel marzo 2020 il cardinale  Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, parlava di manipolazione da parte di Parolin

Ho forte evidenza del fatto che Parolin stia manipolando il Santo Padre, che mostra sempre affetto per me quando ci incontriamo ma non risponde mai alle mie domande” scriveva a marzo 2020  Joseph Zen,  riferendosi al segretario di stato Vaticano cardinale Pietro Parolin, in una lettera di risposta al cardinale Giovanni Battista Re, nuovo decano del collegio cardinalizio che invece difendeva il “China deal”. E già a marzo emergeva che l’accordo avrebbe consentito l’elezione dei vescovi da parte del Partito Comunista Cinese.  Come riportato dal sito Crux,

Zen sosteneva addirittura il pericolo dell’apostasia, lamentandosi che il Vaticano stesse facendo pressione sui prelati affinché violassero la loro inclinazione di coscienza, promuovendo l’accordo. Mentre Re sosteneva che le linee guida erano state emesse per salvaguardare una situazione difficile che la base dell’accordo era  già stata avallata da Papa Benedetto XVI. E Zen rispondeva  “se vuole provarmi che questo patto fosse stato approvato da Benedetto XVI deve mostrarmi il testo dell’accordo. E spiegarmi perché, ai tempi, non fu siglato”.

Certo, risulta difficile il rapporto con un paese che nemmeno durante il Covid ha cessato l’opera di distruzione di Chiese e rimozione di croci. L’azzeramento, anche violento, delle strutture cattoliche è proseguito incessante, senza mai fermarsi. L’ultimo rapporto pubblicato da Porte Aperte e riferito al periodo dal 1 novembre 2018 al 31 ottobre 2019 parla di almeno 5.500 chiese ed edifici connessi, attaccati o chiusi solo in Cina. Nel 2020, tantissimi video hanno documentato la persecuzione. Uno fra tanti, quello diffuso da Cnnche  mostra chiaramente gli eventi di  fine luglio in Cina, davanti alla chiesa della Salvezza, nella contea di Pingyang, Wenzhou. Oltre alle chiese, il partito ha demolito anche scuole cristiane.

È l’ennesimo esempio dell’escalation della persecuzione religiosa operata dal regime comunista cinese oggi», ha commentato l’accaduto Bob Fu, presidente di ChinaAid. Che spiega una cosa molto semplice: il processo di sinicizzazione iniziato da XiJinping, segretario del Partito Comunista Cinese, nel 2015, quando disse che “le religioni devono sinicizzarsi, essere libere da ogni influenza straniera” per “integrarsi nella società socialista e servire lo sviluppo della nazione”. Come spiegato da ufficiali del partito a diversi sacerdoti, “sinicizzazione della religione significa che i cattolici devono sottomettersi al partito”. 

Nel 2013, papa Bergoglio dichiarava che “il denaro è l’idolo della società cinese”. Come riporta Quartz, decisamente autorevole in materia di geopolitica, già nel 2013, con un Bergoglio fresco di elezione al soglio pontificio, il segretario generale del Partito Comunista Cinese XiJinping si diceva preoccupato dall’ossessione per il denaro che dilagava nella società cinese (Reuters), pensiero avallato da papa Francesco quando dichiarava che  la Cina fosse un sistema economico che ha al centro un idolo chiamato denaro e auspicava una riforma finanziaria per linee etiche. “Il denaro deve servire, non governare” affermava il Papa, citato da Reuters.

Eppure al centro della questione pare esserci il problema, squisitamente temporale, del denaro. Ma non si tratta solo del dissesto delle finanze vaticane  e dello scandalo -che si infittisce- dietro le dimissioni di monsignor Angelo Becciu.  Valli non è l’unico a parlare di DeepState. Sullo sfondo di questa vicenda si staglia una vera e propria ideologia di razza, che si aggancia al discorso sulla sinicizzazione avviato da XiJinping tempo fa. Già The Diplomat nel 2018 parlava di un progetto etnico, molto simile ai discorsi sulla purezza della razza. “Il Partito Comunista vuole forgiare una nazione pura eliminando le differenze religiose, culturali ed etniche”. TheDiplomat parlava di “chinesedream”. A scriverlo era Nicholas Bequelin, direttore Asia di Amnesty International, che documentava le innumerevoli vessazioni a danno delle comunità musulmane dello Xinjang con campi di rieducazione di massa, checkpoint capillari di controllo e politiche che violavano qualsiasi diritto umano. Con la stampa che si riferiva a XiJinping come al “grande timoniere”.  Ma si va oltre, secondo Flavio Robert Paltrinieri, vicino all’amministrazione Trump nonché capo politico della costituenda NDC, formazione di centro che intende ripristinare i valori autenticamente cristiani e portarli al centro di un programma politico di rinascita del paese Italia.

Quando parliamo di Deep State, parliamo di una strategia cinese, per una supremazia di razza. I cinesi, con la loro formidabile capacità di programmare a lungo termine, hanno messo in atto da trent’ anni un piano per la supremazia di razza”.

Lo strano nesso fra il debito americano, la Cina e il Covid

La guerra che la Cina sta combattendo è basata sulla strategia del debito. Grazie ad Obama e ai suoi predecessori, il debito pubblico federale Americano è stato venduto ai cinesi per 1.3 trilioni e questo ha portato il Presidente Trump a dover far fronte ad un tentativo di fare svalutare il dollaro, tramite una improvvisa svendita di 0,4 trilioni di USD di debito federale in dumping da parte del governo cinese. In quel caso è subentrato il forte Giappone che ha riconfermato l’impegno ad aumentare la propria quota con il nuovo premier Yoshihide Suga.

Le ottime condizioni dell’economia Americana pre-Covid avevano poi fatto fallire il tentativo della Cina ed allora ecco misteriosamente spuntare il virus. Questo ha rimesso in corsa Biden, grande amico di Xi, che ha messo in ginocchio l’intero assetto delle leggi protezionistiche di Trump”. Ma la cosa non riguarderebbe solo gli americani. Come sintetizza Paltrinieri, “sul fronte europeo a parte la Germania, i cinesi stanno facendo shopping di debito pubblico e aziende, adottando la strategia del reverseengineering (strategia predatoria che determina l’acquisizione di knowhow e la successiva distruzione della realtà acquisita, per gestire il business ex novo e in autonomia, ndr), per impoverire il già malandato sistema industriale. ”Sul fronte africano, la questione è ormai al limite del non ritorno. Le Ghostcities (enormi città costruite dai cinesi e disabitate) e la quantità enorme del debito posseduto, pongono la Cina in testa a tutti i governi locali. Sullo sfondo i nuovi mercati e lo sfruttamento minerario, che da una parte fa scoppiare di salute le aziende cinesi e dall’altra parte impoverisce i sistemi industriali dei paesi cosiddetti evoluti. Il cobalto, ad esempio, in Africa è in mano ai cinesi”.

Grazie al colpo di grazia inflitto con il COVID19 al mondo intero, anche gli equilibri consolidati in Usa sono saltati e Biden, un pupazzo in mano ai Cinesi rischia di vincere e di diventare il primo presidente fantoccio degli Usa”.

E si ritorna al problema del denaro…e al Vaticano.

“L’enorme quantità di danaro investita dai cinesi in zone di guerra senza mai esserne parte fa capire la sagacia e la pianificazione di questa strategia Ora anche il Papa -prosegue il politologo e imprenditore italo americano - è diventato colpevole di questa disgrazia. Mentre egli crede di poter fare la pace con tutte le religioni monoteiste, si sta affidando al controllo dei cinesi per le politiche Vaticane.

Dietro ci sono soldi, una brutale e devastante questione di soldi e il Vaticano ne ha bisogno. Altro che parlare di accordo per far star meglio i cristiani in Cina. Fosse così sarebbe previsto un viaggio Pastorale del Papa in Cina e non un inutile pezzo di carta che copre una fila di mutui a strozzo che in queste ore probabilmente il Vaticano sta firmando. E così si vola verso una normalizzazione dei rapporti fra i cattolici ed i cinesi,  popolo  che vuole spazzare via le altre razze dal mondo. Possibile che gli illuminati Vaticani non lo sappiano? La verità è che la questione è talmente compromessa da non poter  più fare altrimenti. Sullo sfondo l’Argentina e gli aiuti a quel popolo disgraziato che la Cina ha promesso al Papa”.

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