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Cronache
Coronavirus, se non sei antifascista niente buono spesa

Un  altro passo avanti è stato compiuto dal buonismo dilagante, che in nome dell’antifascismo e della lotta alle discriminazioni e alle intolleranze, si dimostra sempre più intollerante e discriminatorio che mai. E’ successo a Parma, comune guidato dall’ex pentastellato ribello Pizzarotti. E’ stato il senatore di Fratelli di Italia, Giovanbattista Fazzolari con un tweet a far conoscere questa assurda postilla che sarebbe contenuta nella domanda per poter accedere ai buoni pasti per indigenti del comune del granducato. Chi vuole il buono pasto deve chiaramente indicare di essere antifascista, non xenofobo, né razzista. Sembrerebbe una bufala invece si legge nel modulo testualmente “In base all'art. 5 comma 3 bis del Regolamento Comunale per la concessione di Contributi, vantaggi economici e patrocini - si legge nell'autocertificazione scaricabile dal sito del Comune di Parma - dichiaro di riconoscermi nei principi costituzionali democratici e di ripudiare il fascismo e il nazismo; di non professare e fare propaganda di ideologie nazifasciste, xenofobe, razziste, sessiste o in contrasto con la Costituzione...”.

MODULO BUONO SPESA
 

Fonti dell'amministrazione comunale guidata da Federico Pizza rotti, interpellate dall' Adnkronos, liquidano così le polemiche: "Si tratta di un regolamento unico che riguarda la concessione dei patrocini, i contributi e l'utilizzo delle sale civiche del Comune di Parma. Un regolamento ampio, fatto di diversi articoli, tra cui uno in cui si richiede di ripudiare ideologie naziste e xenofobe e di riconoscersi nella Costituzione. E' un regolamento, quindi, che non riguarda questo caso specifico". Insomma pare davvero una difesa un po' deboluccia di fronte ad una emergenza di tale portata. Come ha commentato duramente lo stesso Fazzolari sulla sua pagina Facebook “A Parma il sindaco di formazione grilloide Federico Pizzarotti e la solita sinistra ricattano i bisognosi e i più fragili. Per poter fare richiesta dei buoni spesa riservati a chi è ridotto alla fame dall’emergenza Coronavirus, bisogna sottoscrivere un modulo nel quale si dichiara che non si critica la Resistenza (quella raccontata dai sedicenti partigiani) e l'antifascismo (quello tanto caro anche ai centri sociali e alle Brigate Rosse).

Ma quanto fa schifo questa gente? Omuncoli insignificanti che usano il potere conquistato con cinismo e crudeltà. Sono disgustato". Insomma non le manda certo a dire, ma al di là delle polemiche strettamente politiche questo atto pare davvero trascendere quella che potrebbe definirsi una normale dialettica ideologica perché va ad intaccare quelli che in questo momenti sono bisogni primari di determinate persone, che non sanno come portare un piatto caldo a casa a causa della gravissima crisi. Dover sottoporre persone disperate ad una sorta di patentino di democraticità per ottenere quello che è un loro sacrosanto diritto alla sopravvivenza pare davvero fatto ai limiti del parossismo. Allora qualcuno potrebbe obiettare perché, utilizzando lo stesso metro di giudizio, non si fa rilasciare stessa dichiarazione alle centinaia di immigrati disperati che sbarcano da anni sulle nostre coste? Le esigenze umanitarie che vengono adotte per salvare persone che rischiano la vita perché scappano da una condizione di difficoltà e di miseria , non dovrebbe valere per nostri concittadini, che purtroppo rischiano di trovarsi nelle medesime condizioni..? L’antifascismo e il razzismo non devono diventare essi stessi una discriminante altrimenti la toppa come si dice spesso rischia di essere peggio del buco.

vcaccioppoli@gmail.com

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