Coronavirus, salentini bloccati in India: "La polizia picchia chiunque esca"
Attendono il via libera per il rimpatrio dalla Farnesina
Brutta avventura per due salentini bloccati in India in attesa di ricevere una chiamata dall’Ambasciata che gli dia il via libera per un volo che li riporti in Italia. Come scrive il Nuovo Quotidiano di Puglia, si trovano a Goa per lavoro ma sono rimasti bloccati e ora sono chiusi in casa con poco cibo, poca acqua e quasi nessuna medicina. Anche nella città indiana infatti, il coronavirus è dilagato e le misure restrittive sono state attuate. La polizia mantiene l’ordine pubblico a colpi di bastone. I racconti, drammatici, di queste arrivano direttamente da due salentini, Ivan Conte ed Andrea Presa, il primo originario Porto Cesareo il secondo di San Pietro Vernotico, ma residente a Neviano. Entrambi si trovano a Goa, ognuno di loro per motivi di lavoro differenti, ed in questo momento stanno vivendo momenti difficili unitamente alle compagne ed ai figli. “E’ una situazione difficile, viviamo alla giornata, fortunatamente la solidarietà del popolo indiano è grande e tante famiglie ci stanno aiutando –racconta Ivan Conte- Il problema è che qui non si può uscire e se esci la polizia usa violenza anche con i turisti”.
Sempre come riporta il Nuovo Quotidiano di Puglia, Ivan, che ha una bimba di sei anni, è cardiopatico ed è affetto da altre patologie che necessitano di farmaci. “Fortunatamente tramite un mio amico, che a sua volta si è rivoltoad un suo amico medico sono riuscito ad avere le ricette; l’unico problema resta la polizia, che aggredisce anche chi ha i permessi”. Ivan, che a Porto Cesareo ha un negozio di import-export molto conosciuto, spera di poter rientrare quanto prima in Italia: “Tutti i nostri voli sono stati varie volte cancellati impedendoci quindi di rientrare in Italia. Ovviamente ho contattato il console Italiano a Mumbai per cercare una soluzione per poter rientrare in Italia. Il governo Italiano ha provato ad organizzare dei voli Alitalia per il rientro dei connazionali (pagando nuovamente il biglietto) ma il governo indiano ha negato le necessarie autorizzazioni. Mia moglie piange ininterrottamente da due giorni e qui la situazione si fa sempre più drammatica, spero di riuscire a venirne fuori”.
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