"Come altri fronti, anche quello della minaccia cibernetica è stato significativamente condizionato dall’emergenza pandemica, chiamando il Comparto a orientare una parte rilevante degli sforzi verso il contenimento di progettualità ostili (di matrice statuale, hacktivista o criminale): miranti a sfruttare il massiccio ricorso al lavoro agile in danno di operatori pubblici e privati, ovvero tese ad esfiltrare dati sensibili da strutture ospedaliere, centri di ricerca e realtà impegnate nello sviluppo di vaccini e terapie contro il Covid-19". Lo scrivono i nostri servizi segreti nella relazione annuale al Parlamento.
"In generale - si legge ancora - gli attacchi “censiti” dall’Intelligence hanno fatto emergere: un complessivo incremento degli episodi; la prevalenza di target pubblici, specie Amministrazioni locali; la persistente, maggior ricorrenza della matrice hacktivista ed una contrazione dei casi di matrice statuale, a fronte peraltro di un aumento di azioni dalla matrice non identificabile, che potrebbe sottendere un’accresciuta capacità di operare senza lasciare traccia".
Migranti: 007, pericolo Covid e attacchi terroristici
"Gli arrivi parcellizzati attraverso la frontiera terrestre, così come gli sbarchi fantasma dal Nordafrica o dalle sponde turco-elleniche, restano, sul piano della sicurezza, le modalità d’ingresso più critiche, rispetto alle quali i rischi sanitari connessi alla possibile dispersione sul territorio nazionale di soggetti positivi al virus sono andati ad aggiungersi al pericolo di infiltrazioni terroristiche". Lo si legge nella relazione dei Servizi al Parlamento, in cui si rileva che "su quest’ultimo versante, le risultanze della serrata attività d’intelligence, condotta in raccordo con le Forze di polizia e in collaborazione con i Servizi collegati esteri, fanno ancora escludere un ricorso sistematico ai canali dell’immigrazione clandestina per la movimentazione di jihadisti, ribadendo peraltro la sussistenza di rischi connessi all’eventualità che nei centri di confluenza/accoglienza dei migranti possano maturare processi di radicalizzazione islamista". Mirata attenzione informativa, emerge ancora dalla relazione, "è stata riservata al settore del falso documentale, che vede spesso l’interazione tra circuiti criminali e terroristici"
Terrorismo, relazione 007: contesto carcerario resta sensibile
"Contesto sensibile resta quello carcerario, come testimoniato dalle espulsioni a fine pena di estremisti o altri soggetti ristretti per reati comuni che, durante la detenzione, hanno confermato o manifestato per la prima volta la propria adesione all’ideologia jihadista, rendendosi responsabili di manifestazioni apologetiche, atteggiamenti rivoltosi e reazioni violente contro il personale penitenziario e correligionari ritenuti non 'in linea'". Lo si legge nella relazione dei Servizi al Parlamento, nella quale si sottolinea che "in prospettiva, le principali incognite riguardano coloro che, pur avendo scontato la propria pena, conservano un forte risentimento e propositi ritorsivi nei confronti dell’Italia e quanti, una volta tornati in libertà, tendono a recuperare contatti con ambienti criminali/radicali"
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