
Dosi elevate di stupefacenti rinvenute nella disponibilità di una persona non bastano a provare che questa sia dedita ad attivita' di spaccio. Lo sottolinea la Cassazione, annullando con rinvio la condanna per detenzione ai fini di spaccio inflitta dalla Corte d'appello di Napoli a un 29enne trovato in possesso di un grammo di cocaina e 15 grammi di hashish.
"Va innanzitutto riaffermata - scrivono i giudici della sesta sezione penale della Suprema Corte - l'applicabilita' delle comuni regole probatorie anche nella materia della detenzione di stupefacenti a fini di spaccio": si deve "escludere - osservano gli 'ermellini' - che la relativa norma incriminatrice introduca una qualsiasi forma di prova legale, in particolare di presunzione di colpevolezza, come pure talora e' stato affermato quale conseguenza della previsione di 'dosi medie' individuate per ciascuno stupefacente; il superamento delle quantita' predette da parte del detentore di droga non dimostra, di per se', che la droga sia destinata all'uso di terzi".
Leggendo il testo dell'articolo 73, Dpr 309/90, gli alti giudici sottolineano che "l'interpretazione letterale di tale disposizione di legge dimostra con immediatezza che non si e' in presenza di una ipotesi di presunzione, sia assoluta o relativa, di responsabilita' penale in caso di superamento della citata soglia dei 'limiti massimi'".
Inoltre, il "superamento dei limiti tabellari non puo' neanche rappresentare - osserva ancora la Cassazione - una presunzione relativa, nel senso che, superato il limite delle tabelle, sia l'imputato a dovere offrire la prova insuperabile della destinazione ad uso personale". Nella norma, conclude la sentenza, "non vi e' alcuna finalita' di invertire le regole in tema della prova della responsabilita' penale": tale prova "secondo i criteri ordinari, dovra' essere fornita dall'accusa, che potra' certamente valorizzare, ma nello specifico contesto fattuale, i parametri citati quali indizi ed utilizzare le tabelle per la corretta individuazione del numero di dosi utili che possano essere ricavate dalle varie e numerose sostanze inserite nell'elenco delle sostanze stupefacenti".