
Alle normali richieste di una figlia adolescente, come avere il permesso di uscire di casa e frequentare amici e compagni di classe dopo la scuola, il padre avrebbe risposto legandola a una delle porte della loro abitazione. La vicenda è avvenuta a Verona, e i protagonisti sono una figlia 15enne e un padre, 45enne, di origine albanese, ma da diversi anni residente in Italia.
L'uomo ieri ha dovuto rispondere a questa e ad altre accuse nel corso dell'udienza preliminare che si è tenuta di fronte al giudice Laura Donati e al termine della seduta processuale è stato rinviato a giudizio per rispondere dell'ipotesi di reato di "abuso di mezzi di correzione".
Secondo l'accusa il presunto "cattivo papà" avrebbe quantomeno "esagerato un po' troppo" con la figlia che si stava affacciando al mondo dell'adolescenza e che, quindi, rivolgeva al genitore quelle che per gli altri coetanei risulterebbero richieste del tutto normali e innocenti. Soltanto il potere uscire durante il pomeriggio, una volta aver regolarmente svolto i compiti assegnati dagli insegnanti.
La ragazza aveva segnalato la vicenda nel 2011, facendo partire le indagini della procura di Verona. Oltre ad averla legata alla porta, l'uomo è accusato di averle tagliato per punizione diverse ciocche di capelli, di averle tolto il telefonino per non farla parlare con gli amici e i compagni di scuola.