Escort, nuove indagini a Bari. "Bugie di Tarantini pagate dal Cav"

La procura di Bari ha avviato nuove indagini sulle presunte bugie dette da Gianpaolo Tarantini nell'inchiesta escort e pagate - secondo l'accusa - dall'allora premier Silvio Berlusconi tramite Valter Lavitola. La procura ha delegato ai Carabinieri del Nucleo Investigativo un supplemento di indagini, chiesto dalla difesa di Lavitola. A causa dei nuovi accertamenti sulle presunte bugie dette ai pm dell'inchiesta escort da Gianpaolo Tarantini, sono destinati a slittare i tempi dell'eventuale richiesta di rinvio a giudizio per induzione a mentire per Berlusconi e Lavitola. Il pm, infatti, finite le nuove indagini, dovrà notificare nuovamente l'avviso di chiusura delle indagini.
I pm pugliesi vogliono soprattutto verificare tutti i contatti tra Berlusconi e Lavitola con un’attenzione particolare a tre telefonate avvenute il 17 luglio 2011. Conversazioni che non erano emerse in un primo momento ma che sono venute fuori dopo che Lavitola ha deciso di consegnare i documenti relativi alla propria utenza argentina. Lavitola e i legali dell’ex premier sostengono che quei contatti servivano ad accordarsi sulle modalità di consegna di 500 mila euro a Tarantini e non erano affatto la contropartita del ricatto. La Procura, spiega il Corriere della Sera, sospetta invece che Lavitola, facendo il doppio gioco, fomentasse Tarantini sulla necessità di chiedere soldi a Berlusconi e contemporaneamente cercasse di convincere il Cavaliere a pagare.