
Il suo debito con Equitalia era di 7 euro, anzi 14.000 lire. La colpa di una casalinga di Ferrara era stata quella di aver presentato nel 1996 una dichiarazione congiunta a quella del marito. L'uomo faceva l'imprenditore, ma con la crisi ha perso il lavoro e ha maturato con il fisco un debito di poco meno di 7 euro. Ora la signora si è vista ipotecare la casa.
Secondo quanto riporta il Fatto quotidiano il problema sta nella differenza tra quantità di redditi dichiarati al Fisco da marito e moglie. Quella dicharazione congiunta impegna la donna al pagamento delle imposte del marito. Equitalia, non riuscendo a soddisfare il credito allora si rifà sul patrimonio della casalinga, obbligata in solido con il marito dalla dichiarazione congiunta dei redditi del 1996.
All’atto di pignoramento si sono opposti gli avvocati della donna, Michele Minestrini del foro di Ravenna e Sergio Pellizzola del foro di Ferrara. "Quanto successo è surreale - dice l’avvocato Minestrini al Fatto Quotidiano -: partendo da un debito di 7 euro, la mia cliente si è vista ipotecare la propria abitazione da parte di Equitalia". La vicenda ha avuto un lieto fine, dal momento che "il fondo patrimoniale - conclude il legale - è una specie di vincolo che i coniugi possono creare sui propri beni per destinarli ai bisogni della famiglia; ed i beni ricompresi nel fondo patrimoniale non possono essere aggrediti per debiti che il creditore conosceva essere stati contratti per scopi estranei ai bisogni della famiglia".
Si tratta di un punto di diritto ancora controverso in giurisprudenza. Fatto sta che davanti al tribunale di Ferrara gli avvocati si sono opposti a quell’atto esecutivo richiamando principi recentemente espressi dalla Cassazione (sentenza n. 15862 del 2009), in base ai quali il fondo patrimoniale non è aggredibile anche per i debiti già preesistenti.