"Ho salvato Boris Johnson dal Covid, ma il suo governo ci ignora: mi dimetto"
L'infermiera Jenny McGee, che ha curato il Primo Ministro, lascia il lavoro per protesta contro gli irrilevanti aumenti di stipendio
Jenny McGee è una delle infermiere che hanno curato Boris Johnson lo scorso anno, quando il Primo Ministro inglese è stato ricoverato in terapia intensiva per il Covid-19.
Proprio per questo, fa scalpore la sua decisione di dimettersi, come forma di protesta per la scarsa considerazione che il Governo britannico nutre nei confronti del personale medico. Dopo i bassissimi aumenti di stipendio concessi agli infermieri (1% in Inghilterra e 4% in Scozia), McGee ha detto: “Non siamo rispettati come meriteremmo. Ne sono davvero stufa. Per questo motivo mi sono dimessa”.
Non solo. McGee ha anche criticato duramente la strategia generale adottata dal Governo nella lotta al Coronavirus: “Molte di noi infermiere pensano che non si sia agito in modo efficace. Le indecisioni, i messaggi confusi… è stato tutto molto fastidioso”.
Poco più di un anno fa, McGee ha conosciuto Boris Johnson in un momento di grande difficoltà: “Intorno a lui c’erano moltissimi altri pazienti, molti dei quali stavano morendo. Mi sono accorta subito di quanto stesse male anche lui. Aveva un colore completamente alterato”.
Quando “BoJo” è uscito dall’ospedale, è stato prodigo di complimenti verso McGee e il collega Luis Pitarma: “La ragione per la quale il mio corpo ha iniziato ad ottenere abbastanza ossigeno consiste nel fatto che si sono occupati di me per ogni secondo”.
In seguito, il Primo Ministro ha ospitato i due infermieri a Downing Street, nel corso delle celebrazioni dei 72 anni dell’NHS, il servizio sanitario nazionale. Eppure McGee, come molti altri infermieri, avrebbe preferito meno pacche sulle spalle e più gesti completi: “Ci hanno chiamati eroi, per poi trattarci così...”.
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