
Latitanza finita. Fabio Riva, vicepresidente dell'omonimo gruppo industriale cui fa capo l'Ilva di Taranto, e' stato fermato a Londra dalle autorita' britanniche. Per Riva, figlio di Emilio Riva, ai domiciliari dallo scorso 26 luglio, e fratello di Nicola, anch'egli ai domiciliari da luglio, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere era stata emessa lo scorso 26 novembre con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Riva pero' e' risultato subito irreperibile mentre sono stati arrestate altre due persone coinvolte nella stessa accusa: l'ex direttore dell'Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso, poi tornato agli arresti domiciliari, e l'ex consulente dell'Ilva di Taranto, addetto alle relazioni istituzionali, Girolamo Archina', che e' ancora in carcere e per il quale il Tribunale del riesame ha negato la liberta'. Ai primi di dicembre i legali di Fabio Riva avevano diffuso una lettera nella quale l'imprenditore dichiarava di aver appreso dell'ordinanza di custodia cautelare del giudice Patrizia Todisco, di trovarsi in Gran Bretagna per lavoro e di volersi mettere a disposizione delle autorita' inglesi. Da allora, pero', di Fabio Riva si erano perse le tracce e nessun'altra comunicazione era stata data, tant'e' che nei giorni scorsi la Procura, nel corso di un processo a Taranto relativo alle morti per amianto nell'Ilva, ha esibito il provvedimento con cui si considera latitante lo stesso Riva.
FONTI INVESTIGATIVE, FABIO RIVA FERMATO DOPO INDAGINI - "Su Fabio Riva era in corso un'attivita' investigativa molto mirata che ha permesso di individuarlo a Londra. Una volta che questo e' avvenuto, d'intesa con le autorita' inglesi, si e' proceduto al suo fermo". Lo precisano fonti investigative in relazione alla notizia diffusa dai portavoce dell'azienda secondo i quali Fabio Riva, vice presidente dell'omonimo gruppo industriale, raggiunto da un mandato di arresto europeo del gip di Taranto e accusato di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale, si e' invece presentato all'udienza presso le autorita' inglesi. "Riva e' stato fermato - precisano le fonti investigative - e ora diamo per scontato che la procedura inglese lo rimetta in liberta' dietro pagamento di cauzione".
RIVA NON E' STATO FERMATO, E' IN LIBERTA' VIGILATA - Fabio Riva non e' stato fermato ma rimane in Inghilterra in liberta' vigilata. Lo precisa un portavoce dell'azienda. "Oggi a Londra - fa sapere l'Ilva - si e' svolta l'udienza per discutere davanti a Fabio Riva del mandato di arresto internazionale emesso dall'autorita' giudiziaria italiana. Fabio Riva sapeva da cinque giorni di quest'udienza e quindi si e' presentato. Al termine dell'udienza Fabio Riva non e' stato fermato ma rimane in Inghilterra in liberta' vigilata e a disposizione delle autorita' inglesi".
FERRANTE, SPERO CI LASCINO LAVORARE - "Noi abbiamo presentato la nuova istanza di dissequestro e adesso aspettiamo le decisioni della Procura. Che faremmo se dovessero dirci ancorano? Taranto e' una citta' che in questi sette mesi mi ha abituato a vivere giorno per giorno. Noi, lo ribadisco, con la nuova istanza abbiamo fatto un passo chiaro e responsabile: l'Autorizzazione integrata ambientale la vogliamo attuare. Spero che ci facciano lavorare". Lo ha detto il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, al termine di un incontro avuto stamattina col prefetto di Taranto, Claudio Sammartino.
FERRANTE, DA AZIENDA GESTO DI RESPONSABILITA' - "L'istanza di dissequestro presentata oggi alla Procura chiede che le somme siano finalizzate a due aspetti importanti: stipendi e attuazione dell'Aia". Lo ha detto il presidente dell'Ilva, Bruno Ferrante, uscendo da un colloquio col prefetto di Taranto, Claudio Sammartino, che si e' concluso poco fa. "E' quindi un'istanza che da un lato affronta i problemi immediati della fabbrica e dall'altro va incontro a cosa stabilisce la legge, cioe' l'attuazione dell'Aia. Il governatore Vendola ieri ha lanciato quest'appello a chiedere il dissequestro vincolato alla Magistratura, noi lo abbiamo bene accolto e l'azienda ha cosi' espresso un gesto che e' di responsabilita' verso la citta', i lavoratori e la stessa impresa. Mi auguro che questa istanza sia ora valutata dalla Procura. Torno a dire che questa vicenda ha bisogno di essere governata con equilibrio, responsabilita' e buon senso. Noi abbiamo fatto un passo avanti in questa direzione".
GIP: NO AL DISSEQUESTREO DEI PRODOTTI - Anche il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco invia gli atti alla Consulta relativamente alla cosiddetta legge "salva Ilva". Niente da fare, dunque, per il dissequestro dei prodotti dell'azienda, dopo la decisone del Tribunale dell'Appello quello del gip era l'altro pronunciamento atteso.