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Cronache
Magistrati. Cascini-Palamara. Attacchi, politici, agli avversari, legittimi

“Quando Giuseppe Cascini afferma : 'abbiamo difeso l'indipendenza dei magistratì’, dice una cosa falsa e io sono testimone che, già 13 anni fa, non era così....Potrei scrivere un libro su Cascini-Palamara : era la coppia vincente per fermare i magistrati onesti, che indagavano sul sistema”.

Così parlò, lunedì sera, Intervistato da Nicola Porro, su Retequattro, Gigino de Magistris, 53 anni, Sindaco di Napoli dal 2011, che ha lasciato la magistratura, dopo la sua attività (discussa e avversata da molti politici e da non poche toghe) alla Procura della Repubblica di Catanzaro. Pronta la replica di Cascini : “Nella mia vita professionale e associativa, ho sempre contrastato i metodi e le prassi, che emergono dall’inchiesta di Perugia. E non ho mai chiesto favori a nessuno né per me né per altri”.

55 anni, napoletano come de Magistris, capogruppo di Area al Csm, Cascini era molto legato a Luca Palamara, 51 anni, calabrese, figlio d’arte. L’influente sostituto della Procura di Roma, indagato per corruzione, ai magistrati, che lo interrogavano, un anno fa, a Perugia, ha spiegato: «Con Giuseppe ho avuto, sempre, un rapporto stretto di amicizia, ho condiviso un' importantissima esperienza all' Anm, dal 2008 al 2012 (io Presidente, lui segretario generale). E, più di tutti, ho favorito la sua nomina, molto ostacolata, a Procuratore aggiunto a Roma».

Nel novembre del 2017, Palamara incontrò l' amico in un bar, poco prima della votazione decisiva. Poi lo informò dell’esito : «4 voti Cascini, 1 Colaiocco”.

Così come appoggiò la domanda di Francesco Cascini, fratello minore di Giuseppe che, dopo essere stato fuori ruolo, per quasi 11 anni, al Ministero, chiese e ottenne di prestare servizio, come sostituto, alla Procura di Roma, anziché tornare a Napoli.

 

Nel 2011, l’allora segretario dell'ANM non gradì un rilievo critico, che gli avevo rivolto, non relativo alla sua attività di sostituto Procuratore della Repubblica di Roma, ma alle sue frequenti esternazioni, politiche, nel salotto tv di Bruno Vespa e sui giornali.  Il magistrato napoletano riteneva che il governo Berlusconi non fosse legittimato, "storicamente, politicamente e anche moralmente", a riformare la giustizia.

 In un articolo, che scrissi per l "Avanti!", criticai, civilmente, il dott. Cascini, osservando che sarebbe stato opportuno che egli si astenesse da un'inchiesta, aperta nei confronti di Massimo D'Alema, per un presunto finanziamento illecito alla Fondazione "Italiani Europei", presieduta dall'ex premier, poi prosciolto, lasciandola a un altro collega della Procura di Roma. La ragione ? Il nemico di Veltroni era, fermamente, contrario alla candidatura di qualsiasi magistrato a incarichi politici, in primis a quella, a Sindaco di Napoli, di Gigino de Magistris, amico e collega dello stesso Cascini e di suo fratello, Francesco.

Venni querelato dal pm, pur non essendomi permesso di definirlo "ragazzino" o inadeguato a svolgere il suo incarico, come egli disse di ritenere l’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini. E venni condannato, a Perugia, dal dottor Giuseppe Noviello, concittadino dei fratelli Cascini e di de Magistris, a sborsare 11 mila euro.

Insomma, legittime le critiche, durissime, del segretario ANM, in passato, al governo Berlusconi e, nel 2018, al titolare del Viminale. Da censurare, in sede penale, il mio articolo, tutt'altro che aspro e...Travagliato, nel quale non avevo vergato alcuna insinuazione sulla correttezza e sulla professionalità del magistrato partenopeo. Ma mi ero limitato a sollecitare ai 25, o poco più, lettori dell' "Avanti !" una riflessione, segnalando la possibilità di interferenze, da evitare, tra il mondo politico e la magistratura militante. 

Accogliendo la richiesta di punizione dello scrivente, in primo grado e in Appello, i giudici di Perugia ignorarono la sentenza, emessa dalla Cassazione il 19 giugno del 2012, richiamata, nel corso del dibattimento, dal mio legale, il prof.Antonio Cersosimo : "La punibilità e il diritto al risarcimento del danno sono escluse dall'esimente del diritto di critica, quando i fatti narrati corrispondano a verità”. Con le due sentenze, emesse nel capoluogo umbro, non tenendo in alcun conto la veridicità dei fatti (riconosciuta dal querelante) da me riferiti e commentati, i colleghi del pubblico ministero della Procura di Roma, in pratica, affermarono : "Il verbo di Giuseppe Cascini non si discute !".

Eppure, l’ex leader ANM  ha sostenuto che le istituzioni non vanno trascinate nella lotta politica. 

 

 

Gli stessi concetti, che espressi nell'articolo del 2011, guardandomi bene dal vergare espressioni infamanti, trascendendo in una violenta aggressione del soggetto criticato. Ha rispettato tali limiti il magistrato napoletano, definendo un "ragazzino all'Interno" (cosi' ha titolato "Il Fatto Quotidiano") il ministro Matteo Salvini, accostato agli scolaretti "che si riducono a fare la battuta più veloce e a dire la cattiveria più intrigante" ?....

Il 27 settembre del 2018, sui giornali, appare la notizia dell' informativa su Palamara per una presunta storia di corruzione, inviata a Perugia dall’allora Capo della Procura di Roma, Pignatone.

Un anno dopo, le piu' gravi forme di corruzione, originariamente ipotizzate, sono state escluse, dai giudici di Perugia.

Il 4 ottobre, Cascini e Palamara fissarono un appuntamento al bar Settembrini di Roma.

 

 

Forse, il rappresentante di “Area” non riteneva particolarmente grave l' accusa formulata contro Palamara di aver scroccato qualche viaggio all' imprenditore Fabrizio Centofanti. Fatto sta che, il 18 ottobre, Cascini, provò a chiedere a Palamara un biglietto, gratis, per la partita di Champion’s league Roma-Cska Mosca....Per il figlio che, come si dice a Napoli, “sò piezz’e core”....

Purtroppo, fu la risposta del dottor Luca, «le scorte dei biglietti di tribuna autorità sono esaurite”. Ma il tenace pm calabrese provò a trovare un' altra soluzione: «Se vuoi, chiediamo per un altro posto alla Roma, come per Rocco (figlio di Palamara, ndr)». «Non ti preoccupare ora vedo io», rispose il collega. Quando sono stati pubblicati i testi delle telefonate, Cascini ha precisato : “Ho solo chiesto a Luca (che era appena cessato come componente del Csm) se era possibile portare mio figlio, con me, e se aveva un riferimento al Coni per chiedere un biglietto”.

 

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