Salute, in arrivo le pillole per renderci più intelligenti
Possiamo letteralmente ingerire informazioni. Una volta che le informazioni sono nel sangue, un meccanismo posto nel cervello ci farà apprendere tutto più in fretta. Questo il futuro che ci attende. E non è più solamente fantascienza.
Alcuni passi avanti in questa direzione sono stati presentati durante una conferenza scientific tenuta da Nicholas Negroponte , fondatore del Media Lab, già insegnante presso il prestigioso Massachusetts Institute of Technology (MIT). Ma il mondo scientifico ri8mane diviso circa la reale fattibilità di questo cenere di pillole. Secondo alcuni neurologi, infatti, è impossibile riprodurre con l'approccio clinico l'apprendimento "naturale", anche conoscendo i meccanismi molecolari e cellulari che si verificano nel cervello.
"Ma al di là della fattibilità, ciò che è interessante di questa affermazione è l'immagine Negroponte dell'essere umano", ha detto Daniela Cerqui, docente e ricercatore presso l'Università di Losanna. Insomma, il cervello umano sarebbe simile a un computer che viene utilizzato per memorizzare ed elaborare le informazioni.
Ma no solo, secondo questo tipo di ricerche le 'pillole intelligenti' da ingoiare ogni mattina saranno capaci di rilevare ogni variazione interna dell'organismo e di trasmettere i dati acquisiti ad un dispositivo esterno vicino. Il medico che ci visita potrebbe consultare i dati immagazzinati nel dispositivo e conoscere i cambiamenti interni che si sono avuti nell'ultima settimana o negli ultimi 360 giorni.
Anche questo tipo di progresso lo si deve alle ricerche di Nicholas Negroponte, che ha introdotto la teoria della convergenza fra atomi e bit destinata, secondo lui, a giungere a compimento nei prossimi 10 anni. Le 'smart pills' sono già state sperimentate e si sta lavorando sulla possibilità di comunicare con le cellule umane inviando informazioni attraverso microscopici pezzi d'oro che, deglutendo, finirebbero nello stomaco, dove agirebbero come antenne. "Il futuro è molto più vicino di quanto non crediamo, e siamo solo agli inizi. Il punto di partenza è sotto gli occhi di tutti, lo si è raggiunto mettendo potenze di calcolo in oggetti piccolissimi - spiega Negroponte - Il passo successivo è collegare, attraverso la connettività, gli oggetti più diversi, saranno sempre di più gli esempi in cui delle unità ottengono informazioni dalla rete".