Riprendere in mano il diritto allo studio
Carissimo direttore,
la ringrazio della possibilità che state dando a noi giovani studenti e aspiranti medici di avere uno spazio nella vostra testata, così da rendere pubblici progetti, idee, opinioni riguardante il metodo di ammissione alle facoltà a numero chiuso in Italia, in particolar modo, inerenti l’area medica.
E’ ormai da anni che si combatte per riprendere in mano il diritto allo studio, quello sancito dalla nostra costituzione. Un tempo usciti dalle scuole superiori, si era liberi di sognare la professione che avrebbe accompagnato il tempo della vita, ma oggi purtroppo non è più così, la nuova generazione si ritrova senza un lavoro, senza un progetto, senza soldi, senza nessuno che appoggi quella vocazione che sin da piccoli è cresciuta con se’. E’ triste vedere volti cupi che si agirano nei corridoi di facoltà “ripiego”, sforzandosi di convincersi che la laurea che verrà sarà comunque molto bella e porterà soddisfazioni, anche se così non sarà mai perché quando il cuore si innamora, non esiste amante che distolga lo sguardo dal sogno di una vita, dall’unico primo vero e grande battito del cuore, che quel camice bianco provocò in noi. C’è chi ha addirittura avuto il coraggio di creare una petizione che desse testimonianza di unità di spirito nell’abolizione di un sistema che fa acqua da tutte le parti, dando ad oggi già 15000 consensi. Le proposte sul sistema numero chiuso, che darebbero la possibilità agli studenti di mettersi in discussione sono così numerose che non basterebbero interi libri per dare spazio a tutte.
Tra le tante idee, quella che però sembra mettere tutti d’accordo è il famoso metodo francese, lì dove possa esserci libero accesso a ogni studente, creando una selezione in itinere effettuata al termine del 1° anno sulla base degli esami sostenuti, e sulla motivazione psicologica dei candidati e poi, in base alla media di ciascuno studente si redige una classifica: i "vincitori" possono iscriversi al 2° anno oppure lasciare il posto a qualcun altro, mentre chi non ce la fa può ripetere l'anno o spendere i cfu accumulati in un altro cdl nello stesso ambito di studi (area scientifica, economico-giuridica, umanistica e via dicendo). Inoltre ciò che lascia sorpresi gli aspiranti camici bianchi, è che a pochissimi mesi dal test, non esiste un decreto ministeriale che spieghi struttura e svolgimento del concorso, indice di mancanza di rispetto verso i tanti studenti che devono far fronte alla preparazione di esami universitari e maturità. Spero che tale riflessione non le abbia rubato molto tempo, ma possa quanto meno dirle quanto noi giovani siamo disperati e senza nessuno che ci sostenga. Ci rivolgiamo a lei affinchè possa prenderci a cuore e aiutarci in questa sponsorizzazione di idee.
Vito Franco
Di seguito voglio metterle diversi commenti e testimonianze di alcuni colleghi.