
I genitori di una bambina di Pescara volevano iscriverla in palestra. Desideravano che frequentasse gli stessi corsi delle amichette. Non hanno però potuto farlo. Il titolare della struttura avrebbe detto: “Non c’è posto per i rom”, e li avrebbe cacciati. A raccontare la vicenda sono stati gli stessi genitori della piccola di soli 7 anni. Poi hanno denunciato l'uomo per ingiurie con l’aggravante del razzismo.
Del caso si occupa oggi il quotidiano abruzzese Il Centro con un articolo di Simona De Leonardis. La vicenda è stata resa nota da Nazzareno Guarnieri, presidente della fondazione Romanì: “Il padre della bambina mi ha chiamato subito dopo il fatto, era provatissimo, soprattutto perché la lite è avvenuta davanti alla bambina, che poi è scoppiata in lacrime. Sono stato io a dirgli di andare dai carabinieri. Perché qui parliamo di gente perfettamente integrata, che hanno fatto le scuole a Pescara, con lui che ha lavorato in una catena nazionale di supermercati, mentre si è sentito dire che, in quanto zingari, non sono persone civili, non sono in grado di integrarsi”.
Secondo Guarnieri, il papà della bambina rom aveva contattato telefonicamente la palestra per chiedere se c’era posto. Solo di fronte alla risposta affermativa si sarebbe poi recato nel centro sportivo per l’iscrizione: “Ma quando hanno visto che si trattava di rom, prima la segretaria ha detto che i corsi erano al completo e poi è arrivato il responsabile che ha detto direttamente che non poteva iscrivere la piccola in quanto rom, aggiungendo una serie di insulti che hanno fatto scoppiare in lacrime la piccola. Al punto, che la notte non ha dormito e per timore che le dicessero le stesse cose a scuola, non è voluta andare in classe il giorno dopo”.