
Ormai nessuno la cerca più viva. Seguendo le segnalazioni degli spettatori, 'Chi l'ha visto' ha disegnato una mappa dei luoghi dove potrebbe essere occultata la salma di Roberta Ragusa, della cui scomparsa è attualmente accusato solo il marito Antonio Logli.
Tra i posti non ancora scandagliati c’è un tunnel in via Giacomo Matteotti, a Gello, a pochissimi chilometri dalla casa di Roberta. Poi bisognerebbe cercare in alcuni cumuli di letame a un chilometro da casa Logli.
Se il corpo fosse stato nascosto qui sotto la possibilità di trovare qualcosa sarebbero scarse.Infatti il letame ha proprietà corrosive ed è anche usato per macerare le carogne di animali. E ancora, dei cantieri aperti su via Dini, un'area ecologica in via Gigli, sempre vicino alla casa dei Logli, le varie discariche di zona e un grande cassone per la raccolta dell'immondizia vicino alla piccola stazione di San Giuliano.
Scartata invece l'ipotesi dell'inceneritore, poiché l'impianto è sorvegliato da una telecamera 24 ore su 24 e dispone di un foro troppo piccolo per introdurre un corpo umano.
Secondo quanto emerso ci sarebbe un testimone che giura di aver visto Antonio Logli e una donna (forse la stessa Roberta) litigare davanti a casa. L’uomo avrebbe costretto sua moglie ad entrare in macchina. Poi, secondo l’ipotesi dell’accusa, l’avrebbe portata in un posto isolato e l’avrebbe uccisa.
''La mia convinzione è che sia stato un omicidio premeditato, perché non è facile far sparire un cadavere in poche ore''. Lo ha detto il procuratore di Pisa, Ugo Adinolfi, facendo il punto sulle indagini. Per la prima volta si è cominciato a parlare di premeditazione del delitto.
Secondo ciò che ha affermato la Procura di Pisa, nel delitto sarebbe coinvolto Antonio Logli, marito della donna e unico iscritto nel registro degli indagati