Rianimazioni piene in tutta la Puglia, donna muore dopo 6 ore in barella
Portata al pronto soccorso per una grave insufficienza respiratoria e aritmia cardiaca, intubata più di quattro ore dopo e trasportata in rianimazione a più di 150 chilometri di distanza dopo più di sei ore. E' morta così una donna di Terlizzi, provincia di Bari, proprio la città del governatore Nichi Vendola. "In tutta la Puglia non c'era solo un posto libero nelle sale di rianimazione di nessun ospedale", racconta la figlia. "Mia madre aveva le labbra rotte dal dolore. E non è un caso, questa è un'emergenza quotidiana".
"Portata al pronto soccorso di Terlizzi (Ba) alle ore 23.30 per grave insufficienza respiratoria e aritmia cardiaca, viene intubata solo alle ore 4.00 del mattino e trasportata in rianimazione a Potenza, in Basilicata, ove è giunta alle ore 6 e deceduta alle 9", racconta Anna, la figlia, in una lettera alla Gazzetta del Mezzogiorno. "Mia madre forse sarebbe morta lo stesso, ma non il 17 gennaio, non in quelle drammatiche condizioni , vista la lunga e tremenda attesa e la presa d’atto, da parte di noi familiari, che in Puglia non c’era un solo posto libero nella sale di rianimazione di nessun ospedale".
"Aveva un labbro rotto dal dolore", continua Anna. "E' il tangibile senso di morte prolungata, dolorosa e feroce che si prova quando i polmoni non ossigenano e il cuore non funziona bene. Ecco, mamma è stata così per quasi cinque ore, prima di essere sedata, intubata e trasportata (ovvero solo quando, dopo un giro di telefonate, si è trovato un posto libero in rianimazione!), per due lunghe ore, su una strada sconnessa e con tornanti, all’ospedale San Carlo di Potenza". E non sarebbe l'unico caso del genere...