
Morire per 5 euro, o meno. E’ quanto vale un chilo di rame rubato sui binari di una stazione rischiando la vita. Due rumeni sono rimasti uccisi così, da ondate di volt a pochi mesi di distanza uno dall'altro.
L’oro rosso è molto ricercato e per questo sono sempre più frequenti i casi di furto. Un traffico in sviluppo, una guerra tra poveri. Il rame per questi giovani pronti a tutto diventa moneta di scambio, un metodo con cui arricchirsi. Gli sciuscià rubano e i rottamai in malafede comprano.
Ha un vantaggio, il rame. Basta triturarlo per renderlo irriconoscibile. E ci sono Paesi che ne hanno molto bisogno. Come la Cina o la Svizzera. Che a occuparsi del “fenomeno”, scrive il Corriere del Vento, sia la polizia ferroviaria non è un caso.
E' lì, sui binari che il rame viene cannibalizzato. Ma i cercatori di rame sono difficili da fermare. Non li ferma neanche quell'energia elettrica che spesso corre accanto a quei tralci da rubare. Quindici quintali pronti a essere ricettati recuperati dalla Polfer a fine dicembre. Un camion carico di metallo per il valore di 200mila euro scoperto dalla Polstrada a novembre.
Pochi giorni fa il camposanto di Povegliano scarnificato del tetto. A fine dicembre il cimitero di Villafranca hanno denudato gli abbaini. E poi quei binari che erano una sorta di El Dorado per gli sciuscià del rame. A ottobre 2 Frecciabianca e 5 treni regionali fermati dal furto di 64 metri di "oro rosso". Bottino da 500 euro. Non comporta pericoli, il furto di rame sulle strade dei treni. Ma il rallentamento della circolazione. Il tutto per guadagni che spesso permettono a malapena due giri al supermercato.