Scandalo Csm, pugno in faccia alla moglie. Ma il giudice resta al suo posto
La magistratura affronta uno dei momenti più neri della sua storia. Si moltiplicano ogni giorno gli scandali nel Csm. L'ultimo in ordine di tempo riguarda un sostituto procuratore generale della Cassazione, Mario Fresa, accusato dalla moglie con tanto di referto medico che lo ha confermato, di essere stata colpita da un pugno in faccia. Al pronto soccorso dell’Umberto I di Roma erano stati espliciti: "Vistoso ematoma con rigonfiamento dell’arcata sopraccigliare". Un referto da boxe - si legge sul Giornale - che non è bastato: ieri il plenum del Csm ha bocciato il suo trasferimento per incompatibilità ambientale. Finisce 9 a 8, più una pattuglia di 8 astenuti, con una spaccatura che la dice lunga sul disagio al momento del voto. E Nino Di Matteo, icona della lotta alla grande criminalità, punta il dito contro l’ipocrisia della corporazione: "Questa storia è stata archiviata sul lato penale ma i pm di Roma non dicono che i fatti non siano avvenuti".
Di Matteo - prosegue il Giornale - riesce a rendere pubblica l’udienza e insiste sulla delicatezza della questione: «La procura generale è un organo importantissimo e fra l’altro esercita l’azione disciplinare, ma la reputazione dell’ufficio è stata macchiata e per questo dobbiamo mandare un segnale, spostando Fresa». Un appello che cade nel vuoto. Anche se soltanto per un voto. È con una conclusione bizantina: si dà atto che Fresa non seguirà più i procedimenti disciplinari e nemmeno si interesserà delle controversie di famiglia. Insomma, non c’ è il trasferimento ma c’è una specie di trasferimento o ghettizzazione interna. Al Csm, dove gli scandali non si contano più, va bene così.
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