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Cronache
Stuprate sul treno Milano-Varese, è il fallimento di una generazione

Una ragazza violentata sul treno Milano-Varese

Ma davvero si può vivere rischiando di essere violentate in un treno al ritorno dal lavoro?

I controllori dov’erano? E la polizia ferroviaria? E gli altri passeggeri? In quale clima di paura noi donne saremo sempre più costrette a vivere?

Sembra che lo stupro sia stato sdoganato come un possibile ordinario evento quotidiano.

Di questo passo possiamo aspettarci di essere stuprate in un cinema, un bar, in un ristorante.

E la politica, le istituzioni cosa fanno?

Presentano l’ennesimo disegno di legge per rafforzare i controlli, le pene.

Ma siamo sicuri che la coscienza che la violenza alle donne è un orrore sia radicata fra chi dovrà poi applicare queste norme?

Si incrociano avvocate inerti che addirittura faticano a convincere i tribunali che nelle fattispecie di violenza agita in ambito familiare non si tratta di mera conflittualità tra coniugi ma di veri e propri episodi violenti, non meno gravi se solo di ordine psicologico.

Se non si ipotizza un sistema sanzionatorio anche nei confronti di tutti i soggetti preposti che rimangono inerti nella tutela delle donne anche solo a rischio di violenza , il sistema renderà inefficace ogni nuova previsione legislativa.

Ma davvero tutto deve rimanere confinato nella rabbia impotente delle donne che lottano per l’affermazione di questi diritti?

Noi donne siamo stufe della solita passerella con cui si annunciano inasprimenti delle pene e tutto un armamentario di nuovi strumenti che dovrebbero metterci al riparo e di fatto rimangono non attuati.

Ma la consapevolezza dei limiti di questo sistema è diffusa e forse solo la rabbia delle donne può smuovere qualcosa.

L’astensionismo al voto è una prova di quanto il sistema istituzionale sia nel suo complesso distante da chi soffre e in questo caso dalle donne.

L’unica speranza è riposta nelle nuove generazioni, quella attuale è ora che, su questi temi, dichiari il fallimento.

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