Conftrasporti avverte Letta: "Agire subito o paralisi totale"
di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
"Il governo deve fare il governo. Intervenga per risolvere la situazione e tutelare chi vuole fare il suo lavoro". Paolo Uggè, presidente di Unatras e Conftrasporti, critica la protesta dei forconi e di alcune sigle dell'autotrasporto in un'intervista ad Affaritaliani.it: "Alla base c'è un malcontento reale, ma i modi sono sbagliati. Chi protesta vuole sfasciare il sistema e non pensa all'interesse del Paese. Molti camionisti che vogliono lavorare sono stati minacciati. Lo Stato ristabilisca l'ordine pubblico". Ma poi arriva anche un avvertimento: "Abbiamo firmato un protocollo d'intesa che potrebbe essere cancellato alla Camera. Ci sentiremmo traditi e il governo deve stare attento: se protesta anche l'autotrasporto il Paese sprofonda davvero nel caos".
IL VICEMINISTRO FASSINA: STOP SUBITO ALLE VIOLENZE. DIALOGO? SI', MA I MANIFESTANTI NON SANNO COSA VOGLIONO "Premesso che le forme di violenza e di blocco dele città sono comportamenti inaccettabili, i manifestanti esprimono difficoltà economiche e sociali vere. Però mi pare ci siano obiettivi poco chiari". Così il viceministro dell'Economia Stefano Fassina, intervistato da Affaritaliani.it, commenta quanto sta accadendo in Italia con la protesta dei Forconi.
"Il governo ha cercato in questi mesi di dare risposte in particolare sull'autotrasporto e su altre emergenze. Purtroppo i miracoli non li può fare nessuno. E' utile cessare subito ogni manifestazione violenta e che crea disagio a milioni di cittadini e di imprese e dare disponibilità al dialogo per trovare risposte costruttive". Lei sarebbe disposto a incontrare i rappresentanti dei Forconi? "Il problema è capire se c'è la disponibilità a cessare ogni forma di manifestazione violenta che crea difficoltà enormi al resto dei cittadini e poi sarebbe utile capire quali richieste specifiche portano avanti. La disponibilità al dialogo è presente nei confronti di chi voglia costruire risposte e non solo alimentare caos". Alberto Maggi
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Paolo Uggè, come si può risolvere la protesta dei "forconi" e di parte degli autotrasportatori?
La protesta è dei "forconi" insieme ad altre sigle. Stanno protestando anche alcune associazioni locali di autotrasportatori, ma si tratta davvero di una piccola parte. Sulle autostrade i camion stanno circolando regolarmente perché gli autotrasportatori non hanno proclamato alcuna protesta. Le questioni riguardanti il nostro settore sono state impostate e affrontate in un modo che ritengo compatibile agli interessi della categoria. Non ci sono, al momento, delle ragioni per mettere in atto una protesta dell'autotrasporto.
La protesta secondo lei è ingiustificata?
No, la protesta trova un humus nella situazione economica di tante famiglie, di tanti giovani e tante categorie che hanno oggettivamente dei problemi. Sono questi problemi che vanno affrontati e risolti. Però il modo di questa protesta è sbagliato perché mira semplicemente a sfasciare il sistema senza pensare agli interessi del Paese. E' una protesta che vive su una situazione di malcontento reale, con gente che non arriva alla fine del mese o che ha perso il proprio posto di lavoro. C'è una base di difficoltà concreta, che se non risolvi alla prima occasione rischia di esplodere e di portare a queste forme di protesta.
Ma il governo come dovrebbe affrontare la situazione?
E' una questione di ordine pubblico, lo Stato dovrebbe fare lo Stato e affrontarla come tale.
Vale a dire?
Il governo deve fare il governo. Guardi, se l'autotrasporto dovesse valutare di aggiungersi a queste forme di protesta noi avremmo il Paese definitivamente bloccato. Noi oggi coi nostri mezzi che si muovono assicuriamo i rifornimenti ai negozi, la distribuzione delle merci e il funzionamento del sistema produttivo. Ma se l'autotrasporto dovesse in qualche modo decidere di aderire alle proteste il Paese sarebbe allo sfascio.
Esiste questo rischio?
Per ora no, perché siamo delle federazioni responsabili e abbiamo spiegato alla gente quello che il governo ha messo a disposizione per il settore e gli operatori nel 90% dei casi ha condiviso questa nostra linea. Però lei capisce che non è bello farsi magari fermare in qualche zona e vedersi minacciati da qualcuno perché si sta andando a lavorare. Alla guida di questi mezzi ci sono degli uomini, non dimentichiamolo. Uomini che hanno uno stipendio basso alla fine del mese. Io credo che il governo dovrebbe molto in fretta comprendere che la situazione rischia di diventare ancora più grave e fare lo Stato.
Quindi da una parte fermare le proteste violente e dall'altro dare risposte per scongiurare che a questa protesta si uniscano tutti gli autotrasportatori?
Esatto. Chi vuole protestare ha il diritto di protestare ma nel rispetto delle leggi. E qui mi sembra che non tutti stiano rispettando la legge, visti gli assalti alla polizia e il carabiniere ferito a Torino. C'è anche chi sta minacciando i camionisti, a molti hanno detto: "State attenti, non lavorate perché ti conosciamo e altrimenti ti veniamo a prendere". Lo Stato dovrebbe intervenire per tutelare i cittadini che vogliono lavorare. Viene da chiedersi se abbiamo un governo oppure non abbiamo nessuno...
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Il governo dovrebbe usare anche la forza per ristabilire l'ordine, magari inviando anche l'esercito?
Gli strumenti li conoscono bene, ci vuole però la volontà politica di usarli. In uno Stato di diritto le regole si rispettano. Se si oltrepassano certi limiti questi fenomeni vanno limitati o repressi, ma dovrebbe preoccuparsene il governo, non noi.
C'è qualcuno che sta soffiando sulla protesta?
Mi pare di sì, compreso qualche leader politico. Un conto è dare solidarietà sulle ragioni del malcontento, e io sono il primo a farlo, ma non si può essere solidali con forme di protesta che arrivano anche a violenza o ad atti intimidatori.
Che cosa deve succedere perché anche gli autotrasportatori si uniscano alla protesta?
Guardi, noi per ora abbiamo considerato sufficiente quello che è stato deciso nel protocollo d'intesa e abbiamo deciso di andare avanti considerando anche il momento di difficoltà economica e sotto Natale sarebbe stupido gettare acqua sul piccolo fuocherello della ripresa. Purtroppo qualcun altro, per altri motivi, hanno deciso di buttare il Paese allo sbando. Le misure sull'autotrasporto previste nel protocollo d'intesa sono state inserite nel maxi emendamento che al Senato ha ottenuto la fiducia. Ora vediamo che alla Camera ci sono dei parlamentari che hanno presentato emendamenti che vanno esattamente nella direzione opposta. E' chiaro che se il governo non difende quelle misure inevitabilmente ci sentiremmo traditi dal governo e allora non potremmo fare altro. Attenzione, ribadisco, il governo non deve sottovalutare i fenomeni di protesta perché se si congiungono e si dovesse unire anche l'autotrasporto sarebbe davvero il caos.