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Cronache
"Violenza donne, prevenire e proteggere: basta con Biancaneve e Cenerentola"
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Violenza donne, la giornata del 25 novembre e il pacchetto di misure in discussione al governo: "Serve un focus su educazione, prevenzione, e protezione"

Nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, istituzionalizzata dalle Nazioni Unite il 17 dicembre 1999, dopo aver tirato fuori dalla scarpiera come ogni anno le Zapatos rojos, ci chiediamo se il pacchetto di misure per le donne che le cinque ministre stanno discutendo sarà in grado di cambiare lo stato delle cose. Affaritaliani.it ne ha parlato con l'avvocato Gian Ettore Gassani, matrimonialista esperto in delitti intrafamiliari (AMI).

Un'esplosione di casi di violenza e femminicidio nell'ultimo periodo. Sembra che il governo voglia intervenire con misure più stringenti. Dove risiede il problema principale?

"Il governo non deve più usare il sangue delle donne per motivi elettorali, non deve più commettere sbagli. Dal '46 a oggi sono state varate 100 leggi a favore delle donne ma nessuna è servita perché nessuna di queste è stata accompagnata da finanziamenti seri. La pandemia e i lockdown certo hanno avuto un effetto detonatore. Ma il punto è che il codice rosso è stato un fallimento. E' stata una legge a costo zero, che non ha aiutato i centri antiviolenza, non ha potenziato la magistratura, non ha specializzato le forze dell'ordine, non ha aiutato i servizi sociali. E' stato come voler fare una guerra civile con le fionde. Un fallimento del sistema". 

Il pacchetto di misure prevede interventi nel codice penale e di procedura, un aumento della pena per i delitti di percosse e lesioni. Che cosa ne pensa?

"Anche la Cartabia, che è una grande professionista, probabilmente non ha avuto a che fare con la realtà. Non serve mettere mano al codice penale per risolvere un problema culturale. Il codice penale interviene dopo, noi dobbiamo intervenire prima. Dobbiamo cambiare l'educazione scolastica, i programmi da proporre ai mass media. Basta con Biancaneve e Cenerentola, bisogna cambiare il modo di vivere il rapporto uomo-donna. All'assassino che vuole fare la strage non importa un anno in più di pena se decide di farla finita anche per sé stesso. Siamo l'unico paese che ha avuto il delitto d'onore fino all'81. Questo è stato abrogato dal codice penale ma non dalla cultura di molti uomini".

In merito alla protezione si parla dell'istituzione di una sorta di scorta per le vittime degli abusi più gravi.

"Dopo la denuncia le donne devono essere accompagnate in un luogo protetto e messe in sicurezza, immediatamente, un minuto dopo, che sia un hotel o una struttura. La donna non deve essere più rintracciabile dall'uomo che ha denunciato. E' la soluzione più economica e più semplice. La politica queste cose non le capisce perché non hanno mai visto una causa, o una donna che piange e viene allo studio a chiedere aiuto. Bisogna mettere mano al portafoglio. Abbiamo due mila magistrati in meno sulla pianta organica, puoi cambiare i pezzi di carta, i codici, ma ci vuole chi li applica. Perché la Cartabia non lo dice?".

Le ministre starebbero puntando anche alla formazione delle forze dell'ordine, di giudici e pm. 

"Un nodo fondamentale del problema. Ci vogliono magistrati preparati, non sessisti, forze dell'ordine e in grado anche di decodificare il linguaggio non verbale. I nostri addetti ai lavori fanno quello che possono ma non sono preparati nella maniera più assoluta. La specializzazione che vogliamo è proprio affinché i magistrati siano in grado di verificare e capire di volta in volta il caso grave, scongiurando la tragedia. Individuato il caso grave lì devi essere severo, basta con questo ipergarantismo nei confronti dei carnefici".  

Tornando ai finanziamenti, si è detto che il pacchetto comprenderà degli aiuti economici. 

"Lo spero, ma non ci credo. Voglio vedere quanto viene finanziato. Per le donne hanno finanziato sempre tante cose, ma quattro soldi. Per questa mattanza non bastano. Voglio vedere concretamente tra un anno che cosa avrà fatto questo Stato che chiacchiera. Come utilizziamo molti soldi per i collaboratori di giustizia va fatto altrettanto per fornire a queste donne il necessario per vivere e mantenere i propri figli. Molte non denunciano proprio perché non possono mandare in galera l'unica fonte di reddito di casa, finirebbero in mezzo a una strada". 

Questo ci collega alla questione "irrisolta" del reddito di libertà finora concesso solo in condizioni di povertà.

"Bisogna stare molto attenti alla politica, finora ci hanno preso in giro tutti. Il reddito di libertà in che misura viene dato, a chi viene dato, per quanto tempo, e soprattutto per pagare cosa? E' una sorta di reddito di cittadinanza? Permetterà alla donna di pagarci spesa, mutuo e bollette? Perché 500 euro non risolvono nulla. E le donne si tengono calci e pugni".

C'è allo studio infine il braccialetto elettronico per gli uomini colpiti da divieto di avvicinamento. Serve secondo lei?

"I braccialetti elettronici non servono. Si deve prendere il codice di procedura e cominciare a usare gli arresti domiciliari e gli arresti custodiali in carcere per i casi più gravi, senza tante garanzie che non ci portano da nessuna parte. Ovviamente c'è anche il problema della donna che denuncia il falso, come attacco al partner ad esempio, che deve andare in galera come l'uomo violento e subire la stessa pena. Più del 60% delle sentenze censite finiscono per archiviazione, proscioglimento o assoluzione per casi di denunce infondate, in cui dopo la denuncia il giudice decide di togliere di mezzo le carte. Ma il braccialetto elettronico è esposto a zone d'ombra come i telefoni e può non funzionare, quindi non è una soluzione".

 

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