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Culture
Teatro, Bergamo città modello. Il segreto? "Il Donizetti come l'Atalanta"

Si apre il prossimo 11 novembre la nuova stagione teatrale nella città orobica, riconosciuta tra le più “virtuose” in Italia nella gestione economica delle sue diversificate proposte di lirica, prosa, operetta e jazz

di Raffaello Carabini

L’indagine è riservata. Commissionata da un gruppo di comuni attorno ai 100mila abitanti all’Università Bocconi di Milano, riguarda la valutazione degli investimenti per una politica culturale dedicata al teatro. Affaritaliani è venuta a conoscenza dei risultati, che vedono la città di Bergamo primeggiare nel rapporto tra popolazione afferente, quantità/qualità dell’offerta e investimento pubblico. Non avendo il documento relativo siamo andati direttamente da Massimo Boffelli, direttore dei teatri Donizetti e Sociale a chiedere una conferma.

“Non posso dirvi nulla della valutazione fatta dalla Bocconi, è uno studio non pubblico”, dice con un sorriso che mostra tanti denti quanti i punti esclamativi che seguono la soddisfazione espressa dai suoi occhi. “Posso però darle alcuni dati che riteniamo importanti. Per la stagione lirica al Donizetti prevediamo di coprire con incassi e sponsorizzazioni oltre il 45% dei due milioni e 200mila euro di costi, pesando poi sul FUS (fondo unico dello spettacolo del Ministero) solamente per mezzo milione di euro. E ancora meglio facciamo con le restanti stagioni, ovvero Prosa, Altri Percorsi, dedicata al teatro un po’ più sperimentale, Operetta e festival Bergamo Jazz, coprendo oltre un milione e 400mila euro di una spesa pressoché identica.”

Non c’è dubbio che, in un panorama dove solo alcune istituzioni storiche di grandi città, tipo la Scala, che attirano con facilità le sponsorizzazioni, coprono una parte rilevante dei costi, il risultato bergamasco sia di eccellenza, in particolare se si valuta che il pubblico pagante è stato lo scorso anno di 81.057 spettatori (in una città che non arriva ai 120mila abitanti).

“Il nostro è un ottimo pubblico”, spiega Boffelli. “Affezionato e interessato al teatro.

Il rapporto con gli abbonati è molto stretto e quasi de visu: c’è l’abitudine di averli in biglietteria e in ufficio a parlare con loro, in maniera molto informale, sentendone i suggerimenti e quasi coccolandoli. Li fidelizza molto. Inoltre puntiamo a ringiovanire le presenze, lavorando con le scuole, attraverso laboratori su progetti specifici legati alla programmazione lirica e di prosa. E da tempo ci siamo attivati con i social più conosciuti, anche stando attenti alle diverse tipologie di pubblico “specializzato”, con un riscontro significativo.”

Bergamo ha una lunga tradizione di amore per il teatro: nel 700, sotto il dominio veneziano, vantava 12 teatri perfettamente funzionanti. Una tradizione che, nonostante le chiusure progressive iniziate in epoca napoleonica, continua con gli attuali oltre 6mila abbonati complessivi al Donizetti e alle sue stagioni. “Il Donizetti è un’identità”, continua Boffelli, “Qui, come ci si abbona all’Atalanta e non allo stadio, ci si abbona al Donizetti, che è al centro della “vasca”, la passeggiata dei negozi. Il Donizetti, con i suoi oltre 1.000 posti, è Bergamo.

Ma l’offerta spettacolistica istituzionale non si ferma qui, anzi. Se lei fa un’analisi nazionale su città di queste dimensioni, è un unicum per numero delle proposte. Abbiamo anche l’ottocentesco Teatro Sociale di Città Alta, da poco ristrutturato, 500 posti per prosa, danza e anche compagnie del territorio, il Creberg Teatro di 1500 posti in periferia con una programmazione di intrattenimento, cabaret, musical, concerti pop, e vari spazi più piccoli. Un’offerta superiore a moltissime città anche più grandi: Brescia ad esempio ha solo due teatri.”

La politica interferisce sulla gestione? “Io sono qui da 12 anni e ho visto tre sindaci e vari assessori: tutti hanno guardato e dato indicazioni più o meno significative, ma sempre molto rispettosamente, nonostante i teatri rappresentino il 90% del budget della cultura. In genere devo dire che i politici sono più sensibili ai progetti che al rapporto economico, in funzione della strategia di formazione culturale della città.”

Con i suoi abbonati, in crescita nonostante internet, la tv on demand e i tablet, Bergamo gestisce le sue stagioni teatrali con grande equilibrio tra tradizione e voglia di novità, un’alchimia complessa che non disdegna neanche il cinema del prestigioso Bergamo Film Meeting, né l’attività delle compagnie locali.

Mentre è in corso di svolgimento la programmazione lirica, con particolare attenzione al Gaetano Donizetti compositore, si sta per alzare il sipario su Altri Percorsi, l’11 novembre al Sociale con “Laika” di e con Ascanio Celestini, e della Stagione di Prosa al Donizetti, il 13 dicembre con “Smith & Wesson” di Alessandro Baricco; per l’appuntamento internazionale di Bergamo Jazz, bisogna invece attendere il prossimo marzo. Una programmazione ricca, intelligente, articolata – e ottimamente gestita – di cui si può avere conto sul sito www.teatrodonizetti.it. 

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