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Culture
Edipo Re, la barca dell’amore impossibile di Pasolini e la Callas
Edipo Re, Venezia
A forza di sognare e viaggiare per mari e lagune a Venezia Lido durante Venezia77 incontrammo la Edipo Re, una storica imbarcazione che dopo aver navigato per decenni di costa in costa, diventando mezzo d’approdo verso nuovi mondi e salvezza di anime in fuga, verso la fine degli anni ‘50 divenne teatro di traversate ed avventure per Pier Paolo Pasolini e per il pittore Giuseppe Zigaina che la trasformarono in un piccolo universo galleggiante d’incontri visionari.
 
Oggi la Edipo Re, un legno arcaico, arrivato da un’ altro mondo e tempo, dalla superba chiglia in antico rovere, è tornata a navigare e a creare nuovi incontri e ne dirotta il loro corso della storia.
Ormai salvata dallo stato di degrado a cui era stata abbandonata, in un porto della Croazia. Silenziosa e tranquilla. Bellissima. Una barca lunga 16 metri capace di ospitare 7 persone nelle sue piccole ed accoglienti camere sottocoperta.

unnamed "Edipo Re"
 

 
Il suo nome era Emanuela e prima ancora Rapido. Nata nei cantieri di Pola tra il 1942 e il 1943, l’imbarcazione smise molto presto i propri panni natali di peschereccio e divenne ben presto un veicolo per esuli istriani. Italiani in fuga dalla Venezia Giulia, dalla Slovenia, dalla Croazia, dalla Dalmazia. Fu negli anni sessanta che, grazie al pittore e saggista Giuseppe Zigaina, l’imbarcazione prese vita una terza volta incarnando la sua terza anima: quella che, il destino, l’ avrebbe portata ad essere la Edipo Re.
 
A poppa, un tavolo, è qui che hanno lavorato e scritto insieme e bevuto vino Pasolini, Elsa Morante, Moravia, Ninetto Davoli e Maria Callas. Accanto al timone è poggiata la prima edizione delle Lettere Luterane macchiata di inchiostro e la cambusa è tappezzata di foto di Giuseppe Zigaina (morto nel 2015 a 97 anni) in compagnia di Pasolini.
 
Una barca per folli che sono i savi e visionari di un’ altro mondo, più grande più rotondo e pieno... che non scappano, spaventati dallo specchio delle loro ombre.
 
“La nostra amicizia, è nata proprio per un indefinibile qualcosa che non ci siamo mai detti, ma che ognuno di noi, per proprio conto, sapeva”
 
Queste sono state le parole di Zigaina sul suo amico Pasolini.
 
Edipo Re è una storia di libertà e salvezza, simbolo di un legame tra due grandi artisti del ‘900. Nel tempo della loro lunga amicizia, la Edipo Re divenne luogo di rifugio e viaggio anche per Maria Callas che vi soggiornò durante le riprese del film Medea.
 
Maria Callas passò dal Cristina, che era lo Yacht di Onassis, simbolo del successo, della ricchezza e del privilegio dei vincenti, all’ Edipo Re, simbolo della bellezza libera, della diversità, della pluralità, dell’alterità. Maria Callas venne a viverci per amore di Pier Paolo Pasolini. Anche Pasolini deve averla molto amata, di un amore diverso da quello forse che cercava la Divina. È su questa barca che Pasolini regalò lei l’anello. Pier Paolo Pasolini non amava il mare, ma periodicamente si faceva convincere a salpare e stava lì, con i suoi pensieri, con lo sguardo lungo verso l’orizzonte oppure con la schiena china su una pagina bianca da riempire, altre volte con un giornale stropicciato tra le mani. Era rimasto stregato, non solo di Maria Callas ma anche della laguna di Grado, di quella atmosfera selvaggia che amavano entrambi. Felici di condividere del tempo insieme, innamorati. Di due amori diversi. Maria aveva letteralmente perso la testa per Pasolini, lui la ricambiava con un gran bene ma mai dell’ amore che avrebbe voluto la Callas. Tra loro un gioco amoroso, da fanciulli innamorati, in un continuo scambio di piccoli regali. Anche la Callas su quella barca regalò a Pasolini una catenina con una moneta greca, simbolo di viaggi condivisi, proprio in cambio di quell’ anello che lui le regalò, a suggellare un amore impossibile.
 
Il Sogno con cui la Edipo Re ha sviluppato le proprie attività e di conseguenza la propria identità, affonda proprio le sue radici nel carico simbolico di questa imbarcazione che per decenni, incontrando e mescolando culture, era stata salvezza per persone in fuga tra Istria e Italia e successivamente luogo d’incontro tra arti e intelletti.
 
Edipo Re è anche Edipo Re s.r.l. il cui elemento costruttivo e sociale è la partecipazione al contratto di rete Res-Int. Tale contratto consiste nell’aggregazione di imprese, enti e organizzazioni che intendono esercitare in comune una o più attività economiche allo scopo di accrescere la reciproca capacità competitivamente sostenibile sul mercato avendo come vettori principali: innovazione di prodotto e di processo; responsabilità sociale d’impresa; welfare comunitario.
 
A partire dallo sviluppo di progettualità realizzate prevalentemente in Veneto e nello specifico nella laguna di Venezia, dove l’imbarcazione risiede per tutto l’anno, la Edipo Re agisce sul territorio sviluppando attività che da un lato mettono in relazione il valore di diversi territori (dei loro prodotti al fine di contribuire allo sviluppo delle piccole economie che vi risiedono) con una forma di turismo etico e responsabile; e dall’altro sviluppa progettualità culturali, connotate da un forte impatto sociale, dove le arti e il territorio si intrecciano tra loro in modo inedito dando vita a spazi di socialità imprevisti.
 
I progetti guida su cui sta lavorando la Edipo Re esprimono alcune delle declinazioni possibili dell’approccio al territorio lagunare. Ad esempio ISOLA EDIPO, una manifestazione artistica e culturale annuale sviluppata in collaborazione con la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove arti e sociale si intrecciano in modo inedito all’insegna della sostenibilità dell’ambiente, della tutela della produzione enologico-alimentare a kilometro etico e del rispetto dei diritti dando vita a un Social Food Festival e a un premio collaterale ufficiale riconosciuto dalla Biennale Cinema che si è appena conclusa nella sua 77 esima edizione.
 
Sibylle, laureata in filosofia, figlia di Angelo Righetti che ha ritrovato la barca, psichiatra della geniale nidiata di Franco Basaglia e Franca Ongaro e Silvia Jop Basaglia, antropologa e regista (nipote di Franco Basaglia, di cui Righetti era braccio destro) sono le ideatrici del Progetto di cooperazione sociale Edipo Re. Con Enrico Vianello hanno ristrutturato la barca dandole anche uno scopo sociale e culturale alto facendo diventare quello antico legno un avamposto innovativo, situato nel cuore della laguna di Venezia. Enrico Vianello, dopo 5 anni di restauro conservativo, oggi è il Capitano della Barca. Una barca che è anche una passione collettiva con un motore che batte come quello umano.
 
Silvia Jop dal 2017 è anche responsabile della Direzione Artistica della rassegna Isola Edipo, promossa dalla Edipo Re s.r.l.Sociale con MyMovies, in collaborazione con le Giornate Degli Autori – Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e l’Università degli Studi di Padova.
 

 

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