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Culture
Ennio Marchetto: “Devo il mio successo ad un sogno con Marylin”

 Di Oriana Maerini

Capodanno a teatro con il meraviglioso mondo di Ennio Marchetto: da  Marylin Monroe a Beyonce e  Lady Gaga, da Michael Jackson a E.T. e  Fedez gli origami, en-travesti e non solo, del geniale trasformista tornano in Italia per una felice parentesi nel tour internazionale dell’artista. Nella serata di Capodanno con lo show: “The Living Paper Cartoon”. Una babilonia di musica, teatro e  creatività  che il pubblico del Teatro  Sociale di Camogli (Genova) avrà l’occasione di ammirare brindando  tra i palchi dorati della bella sala ligure. Affari ha intervistato l’artista veneziano  allievo di Pina Baush e Lindsay Kemp che a Parigi  ha sperimentato  i suoi primi spettacoli, perfezionandoli nel tempo con il contributo del costumista olandese Sosthen Hennekam: con abili piegature e agili tagli, i personaggi si fanno più complessi, trasformandosi direttamente in scena e raddoppiando magicamente a vista. Nel suo repertorio si contano ben 350 personaggi, dalla musica pop alla lirica, dalle opere d'arte alla mitologia. Un vero e proprio vortice di icone popolari, in continuo aggiornamento.

E’ vero che la sua passione per il trasformismo  è nata da un sogno?

Si, è vero. Avevo 20 anni e mi e’ apparsa in sogno Marylin Monroe vestita con il suo classico abito bianco ma fatto di carta che ballava tra le nuvole, mi svegliai e realizzai il primo costume di carta: capelli biondi, corpo formoso e seni prosperosi.  Così ho realizzato il mio primo personaggio, dando vita ad una passione che non ho più abbandonato.Credo che mia zia come la chiamo mi abbiaportato fortuna.

A quale delle mille icone che ha portato sul palcoscenico con i suoi trasformismi è più legato?

Penso che Marylin insieme a Monnalisa sono i due personaggi più popolari dello show e gli unici rimasti nel corso del tempo .

La rapidità con la quale si trasforma è sensazionale. Ha degli artisti di riferimento?

Ho molti artisti di riferimento: il mimo di Kemp, la danza di Pina Bausch e ovviamente il trasformismo di Brachetti che fa cose diverse da me,  ma che ha un mondo che mi ha  molto ispirato.  

Quanto deve a Venezia, la sua città e alla commedia dell’arte?

A Venezia devo praticamente tutto, se fossi nato a Bologna o Napoli non sarei entrato cosi nel vortice del carnevale e del teatro. All’inizio il mio a Venezia consisteva nel costruire maschere. Nel mio primo atelier  ho trasformato  in maschera le classiche figure tratte dai dipinti del Tintoretto e dalla Commedia dell’ Arte.

Dall’incontro con il costumista olandese Sosthen Hennekam è nata una rivoluzione visiva nei suoi spettacoli. Partecipa all’ideazione dei costumi?

A costruire i costumi ho iniziato da solo ma l’incontro con Hennekam ha elevato la costruzione cartacea, non era più un solo costume e un solo personaggio in scena  ma due o tre personaggi che si scartano e si trasformano da un solo costume senza dover per forza tornare dietro le quinte ma davanti agli occhi del pubblico una sagoma diventa un’ altra cosa, un cantante diventa un altro.

Da Parigi a New York. Nella sua carriera ha calcato i palcoscenici più importanti del mondo qual è lo spettacolo che l’ha più emozionata?

Ho lavorato in 60 Paesi diversi, mi piace poter comunicare e far ridere in cosi tanti luoghi, è bello poter far ridere culture diverse ! Con la parola sarebbe più difficile anche se  adatto anche lo show in ogni paese: ho fatto 17 diversi playback dal cinese al turco dal norvegese al portoghese!

Nel suo tour internazionale ha deciso  di esibirsi al Teatro sociale di Camogli. Perché?

Me lo ha chiesto la mia amica Maria De Barbieri nonché compagna di Tonino Conte mio grande fan. Ho lavorato molte volte al teatro della Tosse. Inoltre, per inaugurazione del nuovo porto di Genova, ho realizzato lo show di pomeriggio dentro un vagone vuoto.

E’ felice di festeggiare il capodanno in teatro con il suo pubblico?

Molto bello per me finire l’anno lavorando e col mio pubblico. Un artista non può che esser felice di un simile evento. Pochi sanno che avrei potuto esser nato a Genova infatti ho dei parenti ancora in questa terra e il pesto e la gente di qui la conosco bene e mi trovo a mio agio.

Cosa augura agli italiani per il prossimo anno?

Agli italiani auguro una politica migliore e una forza nell’aprire le porte e la mente a queste ondate di nuovi amici stranieri ! Perche il mondo e’cambiato e ancora molti non lo hanno capito. Buon 2019 da costruire!

Marchetto Capodanno Fedez (1)
 

 

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