Giacomo Mancini, presentato il libro "...Mi pare si chiamasse Mancini..."
La riuscita presentazione, a Roma, del libro su Giacomo Mancini
La "Fondazione Giacomo Mancini", In occasione dell'uscita del libro "... Mi pare si chiamasse Mancini", scritto da Pietro Mancini, edito da Pellegrini, ha organizzato una riuscita e affollata partecipazione del volume, a Roma, presso la Camera dei Deputati, nella Sala Sacrestia, in Palazzo Valdina.
Ne hanno parlato, con l'Autore, il Professore Giuliano Amato, Giudice della Corte Costituzionale, ex premier : di alto livello, politico e culturale, il suo applaudito discorso. "In molte famiglie è avvenuto-ha spiegato l'ex premier- che l'autorevolezza del capostipite abbia tagliato le gambe a figli e nipoti. In questa bella famiglia, invece, la tensione, legata al capostipite si è sciolta, grazie al senatore Pietro Mancini, che ha incentivato Giacomo Mancini". Brillanti e acuti gli interventi del giornalista e scrittore, Cesare Lanza, il prof.Mario Caligiuri, già Assessore alla Cultura della Regione Calabria. Ha Coordinato il dibattito Cecilia Primerano, giornalista della redazione politica del TG1. I relatori hanno giudicato il lavoro di Mancini "ricco di episodi, vissuti dall'autore in prima persona, piccoli e grandi retroscena, sconosciuti, e di testimonianze dirette.
Nel suo messaggio, Angelo Maria Perrino, direttore di Affaritaliani.it-invitato alla presentazione ma bloccato, come Bobo Craxi, a Milano dall'influenza-ha sostenuto che il libro "si raccomanda a chi voglia conoscere, da vicino, la storia del Paese, in tutto il 1900, attraverso la vicenda, umana e politica, di un uomo libero, che tanto ha dato e ha fatto per il Mezzogiorno e, da socialista e riformista, per i diritti, sociali e civili, del popolo italiano". Per Pietro Mancini, che presiede la Fondazione, intitolata allo statista calabrese, va sottolineato, con soddisfazione e orgoglio, che le celebrazioni per ricordare il centenario della nascita del leader socialista si siano concluse alla Camera, che per 44 anni è stata la "casa politica" del meridionalista de fare".
"Mio padre-ha aggiunto- si impegnò per il rispetto delle istituzioni e per la centralità del Parlamento di cui, da solo, chiese, invano, la convocazione, nel 1978, durante i giorni tragici del sequestro di Aldo Moro, che era stato il premier dei primi governi di centro-sinistra, con Mancini ministro, incisivo e non narratore, prima della Sanità e poi dei Lavori Pubblici". Ringraziando la Presidente, Laura Boldrini, Pietro Mancini ha chiesto che la Camera dia, nei prossimi mesi risalto, editoriale e politico, ai tanti, importanti discorsi, a Montecitorio, del parlamentare calabrese, in primis quello pronunciato il 4 agosto del 1966 contro i "fatti mostruosi" e le gravi responsabilità politiche, che provocarono la tragica frana di Agrigento.