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Culture
Giornate degli Autori 2020: il desiderio del viaggio, teatro e tanta musica
Giornate degli Autori 2020

Di Cecilia Sandroni

Quella che alzerà il sipario il 2 settembre al Lido di Venezia sarà certamente un’edizione unica e diversa dal normale nella storia della Mostra del Cinema, il più antico festival del mondo. In questi giorni ogni sezione della kermesse ha svelato i suoi titoli e gli appuntamenti di spicco. Così accade anche per le Giornate degli Autori, sezione autonoma e indipendente nel quadro del festival, voluta fin dal 2004 dalle associazioni dei registi italiani (Anac e 100Autori) come segno tangibile della vocazione internazionale del cinema italiano. Ne parliamo con il Delegato Generale, Giorgio Gosetti e Gaia Furrer che da quest’anno firma la selezione artistica di un’edizione specialmente complicata per le tante incertezze del periodo.

“Abbiamo alle spalle una tradizione di successi – commenta Giorgio Gosetti – che in pochi anni hanno reso le Giornate un brand riconoscibile in tutto il mondo, rivelato talenti come Jean-Marc Vallé e Denis Villeneuve, Edoardo De Angelis e Igort, Emmanuel Mouret e i fratelli Safdie, portato grandi artisti come Danis Tanovic, Marion Hansel, Bruce LaBruce, Christophe Honoré. Quest’anno abbiamo scelto un programma all’insegna del coraggio: quello degli autori che hanno saputo vedere oltre il dramma di questi mesi, dando voce alle nostre paure e raccontando una rinascita che appartiene al dna dell’arte e quello degli spettatori che a Venezia ritroveranno il senso vero dell’andare al cinema, fianco a fianco, per creare una comunità che vuole vivere insieme, pur seguendo le norme e la sicurezza che ci dobbiamo”.

Com’è stato cercare i film senza poter viaggiare, senza frequentare i grandi festival e col timore che poi tutti gli sforzi fatti andassero in fumo?

“Ci abbiamo sempre creduto – racconta Gaia Furrer – in questa Venezia che apre una pagina nuova nella nostra vita e nel mondo del cinema. Perfino con sorpresa, nei primi mesi abbiamo ricevuto moltissime proposte di film: dall’Europa certo, ma un po’da tutto il mondo com’è nella nostra tradizione. E ci sono stati autori come il canadese Bruce LaBruce che ci hanno chiesto di considerare il loro nuovo lavoro proprio per tornare con noi a Venezia. Come sempre, solo alla fine ci siamo resi conto che un forte filo rosso teneva insieme le nostre scelte e che la qualità si sposava con un’aria nuova, più indipendente, più originale. Basti guardare al primo titolo che abbiamo scelto quest’anno, l’opera seconda dell’ungherese Lili Horvàt: ‘Preparazione a essere insieme per un tempo sconosciuto‘. Sembra quasi il manifesto di quest’anno”.

Parlate di un filo rosso…che lega film e scelte?

“In verità – dice Furrer – si tratta di un intreccio multicolore: c’è l’idea del viaggio (concreto o interiore) che sembra aver visto in anticipo ciò che nei mesi scorsi avremmo sognato e non è stato possibile; c’è una fortissima tensione degli affetti, quasi un bisogno primordiale che si scatena come presenza o assenza anche su sfondi segnati profondamente dal conflitto politico e sociale; basti guardare alla Palestina dei muri, al Cile di Pinochet, alla Mosca ferita dal terrorismo e non solo quello separatista. E poi c’è il desiderio di vicinanza, di ricerca di sé e dell’altro che attraversa le generazioni, tra padri e figli e i linguaggi dell’arte che il cinema sa intrecciare come nessun altro”.

Ma le Giornate degli Autori quest’anno portano anche molte novità, dalla collaborazione con l’impresa culturale di Isola Edipo a un luogo nuovo per la sezione “off” delle Notti Veneziane, fino alle giornate del Lido vissute in streaming: Gosetti, ce ne parla lei?

“Bisogna intanto fare una piccola lezione di geografia per chi non  conosce la Mostra di questi anni. Le Giornate, oltre alle proiezioni in sala per il concorso, hanno da sempre un quartier generale – chiamato Villa degli Autori – che è il cuore della sezione, il luogo dell’incontro, del dibattito, delle parole a contrappunto alle immagini. In realtà stiamo parlando di una piccola villetta affacciata sul mare a pochi passi dall’Hotel Excelsior. Dall’altra parte, affacciata sulla laguna, è invece fiorita in questi anni la realtà giovane della Mostra, quell’Isola Edipo che prende il nome da una barca attraccata a Riva Corinto e dove ogni sera i ragazzi si ritrovano per stare insieme, parlare dei film visti davanti a una birra o un chinotto, ascoltare musica o vedere un film in più. L’incontro di queste due realtà – simbolicamente il mare e la laguna – sta dando i suoi frutti e crea quest’anno uno spazio “off” di proiezioni che abbiamo chiamato Isola degli Autori e che proporrà un programma di alta qualità concepito insieme da Gaia Furrer e Silvia Iop. Per le Giornate è un altro modo di legarsi al territorio, come già facciamo da anni a Chioggia col programma ‘Laguna Sud’ dedicato proprio al ‘cinema fuori dal palazzo’, sotto le stelle, nella seconda metà di agosto. In tempi di cultura glocal dopo quella mondial, è un segno forte che vogliamo dare al nostro impegno come Associazione che opera tutto l’anno e che vede l’appuntamento di Venezia come una tappa e non un fine. Anche per questo il nostro programma 2020 vivrà in parallelo su una piattaforma in streaming, con un appuntamento quotidiano con la nostra realtà veneziana: una sala virtuale dove sedersi ogni sera, proprio come in un vero cinema, a vedere insieme i film delle Giornate, a discuterne, ad ascoltare i protagonisti e gli ospiti. Il nostro modo di dire a chi non può essere alla Mostra: siete con noi comunque, siete comunità, siete passione per il cinema come segno vivo della rinascita. Facciamo tutto questo in tempi di crisi, anche economica, perché i nostri partner storici – dal Ministero delle cultura alla Banca del cinema BNL, dalla SIAE a Miu Miu con i suoi ‘Women’s Tales”, da MyMovies a Ciak in Mostra ai partner tecnici e mediali, ci sostengono con finanziamenti, idee, proposte e coraggio. Appunto quel coraggio che vogliamo sia il simbolo di quest’edizione”.    

 

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