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Culture
I lupi in metallo dell'artista Liu Ruowang invadono l’antica citta di Avella

Dopo la Biennale di Venezia, Torino, Firenze e Napoli, i giganteschi e feroci lupi di metallo di Liu Ruowang invadono Avella, antica città sannita. L’iniziativa è stata fortemente voluta dal sindaco Domenico Biancardi, nonchè presidente della Provincia di Avellino, che ha fatto installare nella piazza antistante il Municipio il branco di lupi plasmato da Liu Ruowang, uno dei maggiori artisti cinesi contemporanei, composto da fusioni in ferro, ciascuna del peso di 280 chilogrammi ciascuno. I lupi che compongono questa installazione vanno ad arricchire un luogo già pieno di fascino e storia con il suo castello longobardo, l’anfiteatro romano, la necropoli monumentale ed il palazzo baronale. Dopotutto il lupo è il simbolo del territorio irpino: Hirpus in lingua osca significa appunto lupo che veniva venerato all’epoca dalla tribù sannita in onore di Marte, dio della guerra.

L’installazione vuole significare una vera e propria critica nei confronti di un mondo che si sta autodistruggendo e i lupi, animali predatori solo per necessità di fame,  sono l’ultimo appello disperato alla salvaguardia della terra che cerca di respingere la scellerata attività predatoria dell’uomo.

La mostra all’aperto, realizzata in collaborazione con l’Associazione Millevolti e curata dall’artista italo-albanese Milot assieme al direttore artistico Massimo Stanzione, permetterà ai cittadini ed ai visitatori di godere della meravigliosa esposizione evitando rischi di assembramento.

Per l’amministrazione locale turismo e cultura, considerati valore aggiunto allo sviluppo, rappresentano il cardine di un progetto di rigenerazione urbana che intende qualificare maggiormente la città millenaria: la necropoli monumentale sviluppata tra la tarda civiltà ellenistica e la prima età imperiale; l’anfiteatro romano edificato nel I secolo avanti Cristo sui resti di abitazioni sannitiche che fungeva da sede per i giochi gladiatori, per la caccia alle fiere e alcune volte per spettacoli consistenti in battaglie navali;  il castello-fortezza costruito nel VII secolo sulla sommità di una collina dai longobardi per il culto verso l’Arcangelo. E poi, l’antiquarium dove sono esposti 20mila reperti tra vasi, oggetti votivi e corredi funerari risalenti alle prime fasi insediative preromana e romana. E a testimonianza della ricchezza della fede degli avellani nel corso dei secoli sono numerose le cappelle e le chiese, tra cui una costruita sulle rovine di un palazzo gentilizio di epoca romana. Infine, l’enogastronomia, strettamente legata al territorio, con le sue eccellenze della terra, tra cui la nocciola, l’antica nux avellana lodata già da Catone e Plinio. Un ventaglio di proposte, dunque, per una città che guarda al futuro.

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