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Culture
Il francese Martin: "Ci sono dei cattivi editori, non dei libri cattivi"
L'editore Frédéric Martin, fondatore de Le Tripode

di Paola Serristori

Ha ideato le anteprime letterarie, nel modo in cui i produttori cinematografici organizzano sneak previews: un gruppo di esperti (librai, bibliotecari, autori) ed appassionati può leggere un libro non ancora in vendita riservandolo sulla pagina Facebook. Una stuzzicante esclusiva. Come “Née contente à Oraibi”, di Bérengère Cournut, spedito ai 150 abbonati di questo club di amici della lettura - tra Francia, Svizzera, Canada, Stati Uniti - in edizione limitata, numerata e con le pagine non separate, che per gli amanti dei libri è già di per sé un piacere rigirarsi tra le mani. Per l'editore, invece, il piacere è il feedback anticipato del gradimento del pubblico.

Il successo della casa editrice Le Tripode, fondata soltanto tre anni, sta anche nella presentazione cool di testi cool. Una letteratura viva e vibrante. Negli occhi del fondatore brilla la luce che s'incontra solo nello sguardo di chi è dotato di un'intelligenza speciale. E' stato Frédéric Martin a scoprire ne “L'arte della gioia” di Goliarda Sapienza un capolavoro letterario da 300 mila copie. Prima che arrivasse nelle sue mani, nessuno aveva compreso la potenza della scrittura di Goliarda, una personalità dall'emotività potente.

“Il testo mi fu segnalato dalla Germania, attraverso una buona conoscenza, con un discorso molto chiaro e diretto - ricorda Martin, spalancando gli occhi vivaci - il cui succo era, in sintesi, di un libro 'invendibile', ma bellissimo. La storia di Modesta, raccontata incredibilmente bene da Goliarda, ha segnato il mio esordio da editore. Ne sono orgoglioso, ma anche triste per non averla conosciuta. Dopo avere bussato a tante porte, l'autrice non era riuscita a trovare un editore. Alla sua morte, improvvisa, il compagno, mosso dal desiderio di procurarle il giusto riconoscimento, ha continuato a cercare ovunque il contatto propizio. Promuovere il libro di un autore che i media non avrebbero potuto intervistare poneva una difficoltà iniziale di metodo. Però nel testo ho trovato una tale forza che mi sono detto che era impossibile non pubblicarlo.” Dopo il successo in Francia, in Italia gli editori se lo sono conteso. Se l'è aggiudicato Einaudi. Viene il dubbio che la crisi dell'editoria italiana dipenda anche dalla disattenzione di chi riceve i testi. Martin obietta: “Può darsi che oggi il libro sia più fragile. Io osservo che mai è stato così forte. Oggi quando si entra in un libro il tempo rallenta. Certo gli incontri coi lettori sono importanti. Ci sono dei cattivi editori, non dei libri cattivi.” Per descrivere il ruolo dell'editore usa una metafora: “L'editore è l'allenatore di una maratona”. Colui che porta l'autore al successo.

Per un editore qual'è diventata la sfida?

“Più una cosa è bella, più è fragile. Bisogna proteggere un'opera parlandone. La notte è l'oblio. Io dedico l'80 per cento del mio lavoro a come divulgare il libro.”

Secondo le statistiche, le donne leggono di più, qualcuno dice perché sono più sensibili. La sensibilità è il talento dello scrittore. Più donne o uomini le inviano manoscritti?

“Al cinquanta per cento. Quando leggo un testo, non potrei dire se è stato scritto da un uomo o da una donna. Se devo trovare delle particolarità, le donne, attraverso la loro sensibilità, danno lievità alla scrittura. Quando usano l'umorismo, è più spesso un humour nero.”

letteratura coolNée contente à Oraibi
 

Nella sede editoriale, in pieno Marais, si lavora col sorriso della passione creativa. Frédéric Martin ha in prima linea sul tavolo i libri in uscita tra l'autunno ed il gennaio 2017. Le copertine, tanto diverse, rivelano un accurato lavoro di grafica. “Preferisco i disegni alle fotografie. Inoltre, considero indispensabile per fare un buon lavoro - prosegue l'editore - che il grafico abbia letto il libro. Per la copertina di 'Née contente', l'ha letto due volte. Ne è venuto fuori un disegno che evoca i temi delle favole, e che rispecchia il tono narrativo.” Per bellezza figurativa, nel catalogo Le Tripode s'impone il voluminoso “Vie? Ou Théâtre?” della pittrice tedesca Charlotte Salomon, morta nel lager di Auschwitz, 6 mila esemplari nel 2015, su cui Martin ammette la propria preferenza affettiva.

E' già atteso come caso letterario, selezionato per diversi premi, “Anguille sous roche” di Ali Zamir. Lo scrittore, che vive sull'isola di Anjouan, nelle Comore, esordisce con uno stile originale, che fa a meno della punteggiatura, come s'immagina che il pensiero di una giovane donna scorra tra i flutti mentre annega nell'Oceano Indiano. «La storia è straordinaria. E' l'opera prima di un ventisettenne - sottolinea l'editore di Le Tripode - nato nell'arcipelago, cresciuto con una divorante passione, da almeno quattordici anni, per la letteratura francese. Ha studiato e vinto una borsa di studio, che l'ha portato al Cairo, in Egitto. Poi, per nostalgia, è tornato. Oggi è direttore della Cultura a Mutsamudu, seconda più grande città delle Comore.”

Storie della violenza della vita sono “Calme et tranquille” di Valérie Manteau, che ha fatto parte della redazione di Charlie Hebdo dal 2008 al 2013 (sino a poco prima dell'attentato terroristico), sul dramma che irrompe in un giorno iniziato come tanti - “la donna è sempre un mistero, Valérie mostra sino a che punto una donna può essere coraggiosa”, e “Le voyage de Hanumân” di Andreï Ivanov, che dall'interno di un campo di rifugiati racconta le vicende di chi ha lasciato tutto inseguendo la speranza di un futuro. Lo scrittore estone si è ispirato all'esperienza che ha vissuto in un campo della Croce Rossa in Danimarca.

Nel gennaio 2017 arriverà in libreria “Née contente à Oraibi”. La protagonista immaginaria nasce nella riserva degli indiani Hopi, in Arizona. Dalla nascita ai diciotto anni descrive le tradizioni della popolazione indigena, la vita, la cultura. La prosa è chiara, semplice, documentata come un saggio di antropologia, e nondimeno poetica. L'autrice ha ricercato sul luogo gli elementi del romanzo e conosce la fondo la popolazione Hopi.

Un'altra chicca è “Cendres des hommes et des bullettins” di Serge Aquindo e Pierre Senges, funambolica ricostruzione della storia di un quadro di Bruegel, conservato al Louvre, che ritrae mendicanti dall'aspetto disastroso, abbigliati con code di volpi e copricapi curiosi. Un mistero per la critica dell'arte. Chi sono? Gli autori avanzano ipotesi, che partono da un banale errore di ortografia sulle schede dell'elezione del Papa nel 1455. Il favorito si era visto sottrarre la vittoria a favore di uno sconosciuto ed aveva deciso di proclamarsi Antipapa, mettendosi in viaggio per l'Europa in cerca delle alleanze dei potenti per riprendersi la poltrona pontificia. Il volume contiene molte immagini del viaggio. L'uso di illustrazioni è una caratteristica della casa editrice.

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