Joan Miró - La forza della materia: tra inconscio e immaginifico
Al MUDEC di Milano una retrospettiva di 140 opere del grande artista catalano Joan Mirò
di Simonetta M. Rodinò
E’ uno dei pochi pittori del XX secolo capace di raggiungere una piena identificazione con le proprie creazioni formali. Joan Mirò fu infatti maestro nel costruire un alfabeto segnico visivo riconoscibilissimo, apparentemente semplice ma con una straordinaria profondità e varietà di significati.
Il grande artista catalano, mancato 90enne nel 1983, è protagonista della retrospettiva “Joan Miró. La forza della materia”, da oggi al MUDEC - Museo delle Culture di Milano. L’ampia selezione di 140 opere, realizzate tra 1931 e 1981, proviene dalla Fundació Joan Miró di Barcellona, dalla collezione di famiglia dell’autore e da prestatori europei.
Miró si dichiarava artista “catalano” - non “spagnolo” - e sempre rivendicò per sé il carattere catalano: realista, rude, fiero delle proprie radici contadine, fortemente attaccato a una tradizione di libertà e d’indipendenza.
Il suo percorso creativo è un di mix tra la realtà di cui si alimentava - il cielo, il mare Mediterraneo, la natura, la storia della cultura…- e magia, mistero, sogno.
Il linguaggio dell’arte supera ogni barriera. Così, d’idiomi e discipline diverse s’incontrarono nel borgo medioevale di St. Paul de Vence, in Provenza, il pittore-scultore e il grande compositore di musica jazz Duke Ellington. Che gli dedicò il brano “Blues for Joan Miró”. Era il 1966. Su quelle note si apre la mostra. Ed è subito atmosfera, piacevolissima atmosfera avvolta da una luce notturna e da pannelli dalle cromie calde e scure che ben si conciliano con i lavori carichi di mistero dell’artista.
L’esposizione, curata dalla Fundació Joan Miró di Barcellona, sotto la direzione di Rosa Maria Malet in collaborazione per l’Italia con Francesco Poli, e prodotta da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 Ore, si snoda cronologicamente e offre al visitatore l’opportunità di indagare i differenti aspetti della sperimentalità di Mirò.
Suddivisa in tre sezioni, nella prima sono ospitati una quarantina di lavori realizzati sino alla fine degli anni ’40 soprattutto in carta, preferita in quella fase agli oli. E’ il suo mondo immaginario che rimanda anche alla dimensione dell’inconscio e alle allucinazioni oniriche. Sono di questo periodo le “Costellazioni” che nascono come forma di evasione per contrastare le preoccupazioni angosciose legate alle tragedie della guerra.
Negli anni ’50 continua a utilizzare il vocabolario di forme elaborato una decina di anni prima: donne, uccelli, stelle dominano la composizione e danno il titolo alle diverse opere.
La seconda sezione approfondisce da un lato lo sviluppo dei temi della pittura e dall’altro l’uso di materiali grezzi: lavori su legno e carta da imballaggio. Il gusto per la cultura dell’oggetto lo porta all’interesse per la materia, come materia concreta. Ecco le sue sculture in bronzo. Quel bronzo che unificava tutto ciò che aveva raccolto lungo le passeggiate in campagna o sulla spiaggia: rifiuti, cose dimenticate cui dava nuova vita. La rassegna da non perdere si chiude con il segmento dedicato alla grafica, con lavori anche di grande formato.
Fu uno straordinario colorista, che giocava con incredibile maestria - soprattutto negli sfondi - con le sfumature e le variazioni di tonalità, con il chiaro e con lo scuro, ma “paradossalmente, il colore protagonista dei suoi lavori è il nero: quello delle tracce lineari fini o ispessite; quello delle piatte campiture… l’artista riesce quasi sempre, come per incanto, a trasformare il nero in un colore vivace, anche ludico e gioioso, carico di energia vitale”, sostiene Poli.
“Joan Miró. La forza della materia”
MUDEC – Museo delle Culture - via Tortona 56 - Milano
25 marzo – 11 settembre 2016
Orari: lun 14.30‐19.30; mar, mer, ven, dom 09.30‐19.30; gio, sab 9.30‐22.30
Ingressi: 12 € Intero | 10 € Ridotto
Info e prenotazioni : 02 54917 - http://www.ticket24ore.it/miro
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