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Culture
Leonardo, al via i Dialoghi Digitali: il verde e il blu nel mondo che verrà

“Dialoghi Digitali” di Fondazione Leonardo: si è tenuto oggi il primo incontro con il Presidente Luciano Violante, l’Amministratore Delegato Alessandro Profumo e Luciano Floridi, membro del comitato scientifico della Fondazione Leonardo e professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford.

“Il verde e il blu, un nuovo progetto umano”: questo il titolo del primo ciclo di incontri ideati da Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine, un appuntamento in diretta streaming della durata di 45 minuti, in cui i protagonisti del mondo industriale, culturale, scientifico e accademico si confrontano su temi di attualità.

Proprio il verde e il blu sono i “colori primari” che compongono la tavolozza della nostra attualità, che ci spinge inevitabilmente verso questioni e interrogativi estremamente urgenti, i quali hanno a che fare con la possibilità stessa di un futuro.

Come spiega il Professor Floridi: “Il Blu è l’elettrico, la tecnologia che ci circonda, il digitale. Ad oggi è impossibile trovare un aspetto del mondo che non ne è stato impattato; dobbiamo però gestirlo in maniera intelligente attraverso il Verde, ovvero l’ambientalismo urbano, sociale, politico e economico”

“Ricordiamo che ‘ecologico’, come ci dice l’etimo, è tutto il sistema, anche le cose che abbiamo costruito: non bisogna escludere nulla per un progetto verde e blu del futuro”.

Un “matrimonio del secolo” tra tecnologia digitale e pensiero ecologico che non potrà celebrarsi se non nasce in seno delle più profonde volontà dello stato civile: questo il punto nevralgico del dialogo, che ha preso avvio proprio dal nuovo libro di Floridi, "il verde e il blu. Idee ingenue per migliorare la politica”.

L’ingenuità auspicata dall’autore non è certamente quella dell’Ingenue volteriano, che non aveva “appreso nulla nell'infanzia”, ma anzi è intesa come un “ritorno a casa” che possa caricarsi dell’esperienza del passato per proiettarci in un futuro migliore:

“Da filosofo non ne posso più del ‘pensiero furbo’, convinto che la verità sia sempre altrove: anche in un messaggio chiaro si tende a leggere sempre qualcos’altro, una dietrologia.  Dobbiamo recuperare l’ingenuità come un ritorno a Itaca: non un semplice ritorno al passato perché dopo il viaggio Ulisse è diverso, è migliore”.

“L’ingenuità è talvolta il massimo della complessità”, chiosa l’AD Profumo, aggiungendo: “Leonardo è un grande attore della società civile e ha l’obbligo di preoccuparsi di gestire il confine tra un’attività industriale e aziendale e il mondo che c’è fuori, che non solo condizioniamo ma che ci condiziona: questa capacità di dialogo è imprescindibile per essere attori del progresso”.

"Siamo in una fase in cui la democrazia è in discussione e l’approccio regolatorio è del tutto insufficiente se non c’è una riflessione dietro” problematizza il Presidente Violante, al quale Floridi risponde: “Bisogna ripensare i fondamenti della politica: non parliamo di cose, parliamo di relazioni. Anche qui dobbiamo fare un salto indietro per prendere lo slancio, abbiamo infatti costruito l’Europa sulle cose non sulle relazioni. Se la costruissimo sulle relazioni e sui valori potremmo anche ad esempio includere il Canada e far uscire l’Ungheria, che non ha più i nostri stessi valori”.

A questo proposito Profumo interviene per sottolineare: “Quando sono entrato in Leonardo avevo detto che non avremmo più venduto beni e solo servizi, e questa frase inizialmente fece scandalo. Noi di fatto siamo uno strumento di geopolitica e siamo a disposizione dei nostri governanti per realizzare una politica di presenza che ha a che fare esclusivamente con le relazioni, non sul fatto di avere degli aerei ecc.”.

“Ci sono aspetti del libro che mi hanno colpito”, continua l’AD: “parto dalla democrazia futura: ci manca qualcosa che ci entusiasmi, un mondo al quale ambire e dove costruire. Bisogna avere un progetto e una visione che entusiasmi le persone, altrimenti non riusciremo a modificare la realtà intorno a noi”

“Questo mi porta al secondo interrogativo: è possibile farlo oggi senza cadere in un’ideologia di destra, di sinistra o religiosa. Insomma è possibile che un progetto umano possa non essere ideologico o trascendente?”

È proprio in questo forte interrogativo che si deve collocare, secondo l’autore, la grande assente del pensiero politico odierno: l’Etica;

 “È più di un secolo che pensiamo la politica bipartitica, dobbiamo capire come superarla. Abbiamo sganciato l’etica dalla politica, dal sistema legislativo e dall’economia. L’approccio regolativo senza una visione è insufficiente. Consenso, conformità alla legge e competizione: questo modo di pensare fa capire che manca una domanda cruciale: ‘a che fine?’”

La motivazione di questa assenza si giustifica secondo Floridi perché l’Etica nel secolo scorso si è posta come fondamento di ideologie nazionaliste e fasciste. Ma è sbagliato estirparla, bisogna piuttosto guardare all’Etica come “come orientamento, non fondamento di una guerra dei valori”

“Potremmo smettere di parlare della politica come una competizione: non si scende in campo, non è una partita. Il coordinamento agonistico ha funzionato in passato, ora dobbiamo arrivare a un modello cooperativo. Il nemico non è l’altro: siamo noi contro noi stessi. Ci vuole però tanto coraggio”.

Fondamentale a questo proposto per l’autore il concetto di “design”: “occorre mettere insieme la visione dell’architetto, che ha un progetto e una visione, dell’ingegnere, che supervisiona la possibilità di questo progetto, e del politico, che lo rende effettivamente possibile: se non mettiamo insieme queste competenze non riusciremo a costruire nulla”

“Ci sono due fattori che fanno la differenza: in primis il digitale è arrivato a una rivoluzione tale che il verde e il blu fanno profitto: non è la ciliegina sulla torta, è la torta.  In secondo luogo stanno arrivando molti soldi e incentivi: come e dove li spenderemo? Dobbiamo renderci conto che siamo innanzi a un’opportunità storica”

È dello stesso avviso anche l’AD Profumo che sottolinea: “Credo fermamente che il verde e il blu siano il futuro della nostra azienda. Come paese abbiamo un’opportunità incredibile. Uno dei grandi assenti di oggi sono però i corpi intermedi: in una politica bipolare dovremmo avere dei corpi intermedi forti per avere un senso della direzione. Credo che avere dei punti di aggregazione nei quali la società civile possa esprimere sé stessa è assolutamente fondamentale”.

Il presidente Violante a questo proposito aggiunge: “Dobbiamo evitare di essere in una società senza scopo, senza finalità. Una democrazia si regge su cittadini democratici, significa anche avere dei doveri come cittadini comuni”.

“Direi abbiamo fatto l’Italia, ora dobbiamo investire nelle italiane e negli italiani! Basta con l’antagonismo, bisogna scrivere il capitolo successivo e smettere di vivere di eredità. Pensare quindi: ma noi nel ventunesimo secolo cosa vogliamo fare da grandi? IL Verde e il Blu è il progetto umano nel ventunesimo secolo!” conclude Luciano Floridi.

 

 

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