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Culture
Nigredo

di Alessandra Peluso.


Tra la rivoluzione popolare francese del 1789 e il movimento illuminista si intreccia la storia di “Nigredo” di Stefano Delacroix (I Libri di Emil 2013). È affascinante e misteriosa l’atmosfera che si respira dall’inizio sino alla fine del romanzo dove si attende il resoconto di una vita quella del protagonista Vincent Fernand Daudet che forse non arriverà, si attende il travaglio tra la vita e la morte e si concentra in queste due contraddizioni “Nigredo” tra forze opposte ma nello stesso tempo concilianti e risolutive, desiderose di viversi ed essere grazie all’amore per una giovane e bellissima donna.


L’autore offre forbite descrizioni storiche al lettore che si intrecciano con una trama interessante, tetra e misteriosa come gli intrugli e le porzioni magiche che si trova a preparare Vincent perchè vuole diventare un guaritore o come molti del suo quartiere parigino lo definiscono l’esorcista. Vuole fare il mestiere del padre, a differenza del padre però guadagnare soldi ingannando poveri bisognosi d’aiuto e senza speranze con preparazioni di medicine naturali. Insomma un ciarlatano dei nostri tempi: guaritore di se stesso più che del male, se pur si professi come Bernardo di Chiaravalle un abile guaritore. Si susseguono episodi tipici di un romanzo noir e storico con riferimenti senza dubbio coinvolgenti e attualizzabili nel nostro presente. È singolare ed è apprezzabile la scrittura di Delacroix colta e mai superficiale nel raccontare il districato destino di Vincent. Bellissimi i riferimenti a Voltaire, Diderot, Montesquieu - i grandi illuministi del 700 francesi e a Rousseau che cita spesso richiamando il concetto di iniquità più che di giustizia e uguaglianza. Eh si è un imperativo che incombe in “Nigredo”: è l’iniquità della vita e della morte, della povertà che alberga nei quartieri parigini e nelle morti disumanizzanti di vittime colpite da malattie dalle quali non si può sfuggire neanche con preparati di erbe e intrugli che sembravano avvelenassero corpi già martoriati.
 

Ma pervade anche il senso del pentimento e del coraggio se pur riposato come si legge: «Il coraggio è una collera costante, mentre un’anima forte vive d’un coraggio riposato, non soggiace ai trasporti passeggeri che animano le azioni di deboli e vigliacchi. Almeno questo scriveva Hobbes, ed io non ero in disaccordo con lui». Così si susseguono gli episodi che coinvolgono come gangster americani Vincent ed altri personaggi. È un romanzo poliedrico dove si percepiscono molti aspetti e sfaccettature della vita o della vita apparente, sfumature dai mille toni imprevedibili, incalcolabili ed è senz’altro intriso di alchimia e magia che non lascerà indifferente gli appassionati, ma è anche un libro - come nello stile di Delacroix - che comunica la realtà, un’esistenza nelle sue verità di morte e vita, bene e male, “inferi e superi” (G. D’Annunzio) nel significato intrinseco che riguarda gli stadi di ogni essere umano nella sua evoluzione o involuzione. “Nigredo” è anche esistenza: rappresenta le difficoltà che l’uomo deve superare durante il viaggio nell’inferno di se stesso, e per superarlo come il protagonista deve affrontare mille prove difficili, complesse, persino pericolose, deve dare ordine al suo caos interno e quindi superare la non-vita per raggiungere la vita, è come dire, un oltreuomo nicceano.


È da leggere, interpretare, comprendere il sottile linguaggio proprio dell’autore nel voler comunicare una verità, senz’altro scomoda e inaccettabile, ma è la provvisorietà della vita nel momento in cui poi si decide di spenderla per fini machiavellici, utilizzando mezzi utilitaristici. È uno sguardo nell’oggi, nell’ovvietà, nella superficialità di un mondo dove c’è chi ne vorrebbe far parte, chi finge per farlo, chi si maschera come in teatro, chi rifiuta  la parte che gli viene assegnata e chi invece persegue l’illegalità e la malvagità per ottenerne un soddisfacimento personale. “Nigredo” di Stefano Delacroix è tutto questo o semplicemente lo si può leggere come un piacevole romanzo noir da gustare comodamente in poltrona godendosi, rivivendo, l’epoca illuminata e rivoluzionaria della Francia nell’attesa impellente di cogliere svelato il mistero che si cela.  

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“nigredo”stefano delacroix



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