Perché non sottovalutare la buona scuola
Il tema della formazione è più che mai attuale ora che il Governo sta lottando per far passare il disegno di legge “La Buona Scuola”.
Le contestazioni non mancano, come il flash mob avvenuto nei giorni scorsi e la mobilitazione generale prevista per il 5 maggio. Tanti sono i punti criticati ed è evidente che non è materia da prendere sotto gamba dato che il Governo definisce questa riforma come “una proposta per la scuola del futuro” e sappiamo bene che il futuro dei nostri bambini è nel presente.
Non si possono di certo più ignorare le esigenze delle generazioni nate nell’era digitale, per cui l’utilizzo delle tecnologie risulta naturale e imprescindibile.
E' vero che nel disegno di legge è anche previsto un piano per sviluppare le competenze digitali degli studenti (pensiero computazionale, utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media), ma leggendo il ddl sotto la prospettiva dei temi dell’innovazione e del digitale si ha l’impressione che lasci alcuni aspetti, come appunto il modello di innovazione didattica, alla discrezionalità degli attori e a future iniziative legislative. Quindi rimangono sostanzialmente non trattati.
Già nel 2006 Ken Robinson, consigliere internazionale sull'educazione per i governi e riconosciuto come uno dei principali ricercatori in ambito di sviluppo della creatività e dell’innovazione, ha esposto, nella più cliccata TED Talks degli ultimi anni, una illuminante argomentazione a favore di un sistema educativo che stimoli la creatività dei bambini anziché reprimerla.
Secondo Robinson, il principale problema dei moderni sistemi scolastici è che tendono ad ignorare il fatto che esistono una moltitudine di tipologie di intelligenza umana con relative attitudini.
Così facendo i rigidi sistemi educativi di tutto il mondo “uccidono” sistematicamente la creatività degli studenti, spesso riuscendo a spegnerla del tutto.
L’unico modo perché questo non avvenga è fornire strumenti adeguati per stimolare e coltivare le immense capacità creative umane ed educare i ragazzi ad individuare e sfruttare tutte le loro potenzialità, anche sbagliando, in modo che siano preparati per affrontare il futuro.
Un’iniziativa innovativa nel panorama formativo italiano è rappresentata sicuramente dai Digital Native Summer Camp, giunti ormai alla quinta edizione e destinati ad avere ogni anno più successo.
I corsi, che si svolgono presso Digital Accademia, punto di riferimento in Italia per la formazione digitale, sono dedicati ai bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni, proprio per aiutarli a scoprire e stimolare la propria passione e il proprio talento in ambito digitale.
Soprattutto i “nativi digitali” infatti soffrono della carenza nei programmi scolastici accademici di materie e argomenti che fanno parte integrante della loro quotidianità e che rappresentano i loro reali interessi e probabilmente future opportunità concrete di lavoro.
L’offerta dei Digital Native Camp cerca di soddisfare a 360° la curiosità dei ragazzi fornendogli delle competenze specifiche e strutturate attraverso il gioco, la programmazione e la progettazione.
In particolare il programma prevede 16 corsi, suddivisi in base alle fasce d’età, che sviluppano 7 percorsi formativi che vanno dallo storytelling alla grafica, dall’informatica alla robotica, dall’elettronica ai makerlab.
I Digital Native Summer Camp stanno riscontrando sempre più interesse perché i ragazzi che li hanno frequentati ne sono entusiasti e i genitori sono felici di impegnare i propri figli in un’attività che stimoli realmente la loro creatività e magari li aiuti a trovare la propria strada piuttosto che “parcheggiarli” in qualche centro estivo.
Per info: http://www.digitalaccademia.com/digital-native-camp/