Libri/ Il giallista Alessandro Perissinotto presenta ad Affaritaliani il suo nuovo romanzo 'L'orchestra del Titanic'. "E forse sarà l'ultimo..."
di Mariano Sabatini
Chi non conosce Anna Pavesi, psicologa e detective dilettante uscita dalla tastiera di Alessandro Perissinotto, dovrebbe affrettarsi a rimediare. “L’orchestra del Titanic” (ed. Rizzoli, 313 pp., 15,20 euro) è il titolo della sua nuova avventura investigativa appena arrivata in libreria: “Avevo impresse nella memoria le immagini del film di Cameron, quell’orchestra che suonava mentre tutto intorno era l’apocalisse”, dice lo scrittore per spiegare il titolo. “Ne volevo uno che rappresentasse l’assoluta indifferenza di un villaggio turistico di fronte a un omicidio che avviene al suo interno e di fronte alla miseria che lo assedia da ogni parte”, perciò la metafora dell’orchestra del Titanic era giustissima.
Un altro romanzo con la stessa protagonista, si è affezionato?
Alessandro Perissinotto
"Avevo piacere di raccontare, attraverso la trilogia, una storia nella storia, cioè la vicenda umana di Anna Pavesi che, dalla situazione di dolore in cui la troviamo in 'Una piccola storia ignobile', passa gradualmente a una liberazione dal proprio passato, nell’'Ultima notte bianca', fino a giungere all’abbozzo di una vita nuova e serena in 'L’orchestra del Titanic'".
Perché ha scelto questa insolita figura professionale come investigatrice?
"Perché l’aspetto che più mi interessa in un’indagine, non è quello scientifico, bensì quello umano, quello che privilegia le motivazioni, gli stati d’animo dei personaggi coinvolti. Chi meglio di una psicologa può comprendere questo?"
Alla lunga, potrebbe sembrare un po’ forzoso coinvolgerla in crimini, delitti e investigazioni… o no?
"A partire dal secondo romanzo, Anna ha affiancato la professione di detective a quella di psicologa; dunque non è più un’investigatrice per caso, non è più la 'Signora in giallo' coinvolta senza motivo in una serie interminabili di indagini: Anna Pavesi è un’investigatrice, un’investigatrice particolare, ma pur sempre una professionista".
In questo romanzo, ambientato in Tunisia, lei fa spesso riferimento alla supremazia dei maschi sulle donne, e non solo riferita ai musulmani.
"Più che di supremazia, io parlerei di violenza dei maschi sulle donne. Una violenza che si concretizza nei divieti, nel controllo, ma anche nello sfruttamento, a tutti i livelli, del corpo della donna, in forme di possesso più o meno simbolico tese a ribadire il desiderio di superiorità del maschio".



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