di Nicole Cavazzuti
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In prima nazionale a Milano, dove sarà in scena dal 15 al 20 gennaio al Teatro Ciak – Fabbrica del Vapore, lo spettacolo si sofferma in particolare sugli anni Sessanta, con l’esplosione del beat, l’arrivo di Shapiro in Italia e le trasformazioni che accolgono l’esplosione del ’68.
Come è nata l’idea di "Sarà una bella società"?Shel Shapiro
“Fu il mio produttore a chiedermi di pensare a uno show che raccontasse quell’epoca, perchè lui stesso era curioso di sapere secondo me come si viveva negli anni’60. In sei mesi con Edmondo Berselli, che conosco da una quindicina d’anni, abbiamo messo in piedi lo show”.
Come hai selezionato la musica?
“Ci saranno 38 brani, soprattutto stranieri. Ho scelto le canzoni che hanno accompagnato i cambiamenti della nostra vita”.
Videointervista: Shel Shapiro (da C6.tv)
“'Please please me' dei Betales, 'Satisfation' dei Rolling Stone e 'Blowin' in the wind di Bob Dylan'”.
(Segue - "Nel '68 c'era più libertà. Ma non ho nostalgia")
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Contro il '68/ Lo scrittore Alessandro Bertante apre la critica storica: "Ma non è da buttare, aprì la società e portò lo Statuto dei lavoratori"
Qual è il bilancio a distanza di quell’epoca?
“Nell’immaginario collettivo assomigliano a uno spettacolo varietà del sabato sera, invece è un periodo storico molto più complesso. Più bello e più brutto, ma non furono solo divertimento”.
Nel ’68 inizia la tua carriera musicale. Ai tempi dove vivevi?
“A Roma”.
Le canzoni dei Rokes erano il manifesto dello scontro generazionale tra giovani e adulti. Voi come partecipavate al movimento?
“Non partecipavamo in senso fisico. Eravamo famosissimi, come dire Vasco oggi. Non potevamo camminare liberamente per strada, ci assalivano i fan. Ma non smettevamo di informarci su quello che ci succedeva intorno”.
Qual è il bilancio a distanza di 40 anni dal ‘68?
“Non si possono fare bilanci, secondo me. Tutt’oggi stiamo vivendo sulla pelle le conseguenze del ’68, la società è cambiata. La cultura di oggi è il prodotto di quella accelerazione, di quello stato d'animo in cui sembrava, per la prima volta, che ci fosse spazio per una speranza, un'attesa, una liberazione. Ma il ’68 è ancora in vita, altrimenti non saremmo qui a parlarne. Ecco perché è impossibile fare bilanci”.
Hai nostalgia degli anni ’60?
“Per nulla. La mia vita è tutta oggi e domani, non vivo mai guardando il passato”.
Oggi e ieri: quali le maggiori differenze?Shel Shapiro
“C’era più libertà in passato. Oggi siamo tutti condizionati da cosa pensano di noi gli altri.
"Sarà una bella società"
Dal 15 al 20 gennaio
Teatro Ciak – Fabbrica del Vapore Milano
prossime date: www.shelshapiro.com
Regia di Ruggero Cara
Testi di Edmondo Berselli
Voce narrante, voce e chitarra Shel Shapiro
Musiche eseguite dalla Shel Shapiro’s band (Alessandro Giulini tastiere, fisarmonica, voce; Daniele Ivaldi chitarre; Luigi Mitola chitarre, dobro, mandolino; Mario Belluscio basso; Ramon Rossi batteria e percussioni)
Biglietti da 15 a 25 euro più prevendita: www.officinesmeraldo.it, www.boxtickets.it