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Culture
Successo al Maxxi della musica in 3d del Maestro Stefano Mainetti

Un progetto che trasporta la musica nella terza dimensione: note che si sviluppano nello spazio, cambiano in base all’ambiente in cui l’ascoltatore si muove e in accordo con i dipinti scelti dall’autore. Questo il senso dell’esperienza a metà tra videoarte, musica, danza e pittura proposta ieri sera al Maxxi da Stefano Mainetti, compositore e direttore d’orchestra, autore di colonne sonore e musica sinfonica. Di fronte a una platea di artisti, attori, produttori, imprenditori e star dello show biz, Mainetti ha rilevato che la musica così ‘’aumentata’’ può diventare anche un format: “possiamo infatti trasportare Rendering Revolution in ambienti e su brani musicali diversi.”

 

 Lo spettatore – per ora solo virtualmente, in una sorta di videogioco che è stato proiettato sullo schermo dell’auditorium del Maxxi - si sposta da un luogo ad un altro, in stanze con musiche completamente diverse. Procedendo avanti e indietro, una melodia scompare progressivamente a favore dell’altra. A legare le diverse musiche è il violoncello, suonato dal maestro Luca Pincini, che consente un passaggio fluido tra brani musicali. I temi nelle stanze, invece, sono eseguiti dall’orchestra.

 

Il giornalista Ernesto Assante, nell’introdurre la tavola rotonda che ha accompagnato l’evento, ha paragonato Mainetti a un ‘’esploratore’’: grazie al suo progetto, attraverso la tecnologia applicata all’arte, in base a come si muove negli ambienti, chi ascolta vive un’esperienza unica, completamente diversa da quella che fruisce qualsiasi altro.

Per Monique Veaute, Presidente della Fondazione Romaeuropa arte e cultura, ‘’Rendering revolution’’ è certamente un’esperienza di arte interattiva e partecipativa, in cui tutti contribuiscono a costruirne il senso. Concetto ripreso dal critico e musicologo Claudio Strinati, Direttore Scientifico della Fondazione Sorgente Group, che ha sostenuto l’iniziativa. “L’opera di Mainetti – ha sottolineato – ricorda il labirinto di Arianna, in cui il violoncello rappresenta il motivo conduttore per districarsi nel percorso, che produce emozione nello spingerci ad entrare e nello stesso tempo a cercare di uscire.’’

 

Il Presidente dell’Accademia di Santa Cecilia, Michele Dall'Ongaro, nel sottolineare il rapporto della musica con lo spazio nell’opera di Mainetti, ha ricordato alcuni innovativi brani musicali di fine ottocento, in cui le note ‘’abitano lo spazio’’, producendo effetti straordinari. ‘’Grazie alla tecnologia - ha rilevato - Rendering Revolution annulla le distanze e riesce, attraverso l’amplificazione, a raggiungere ovunque il suo ascoltatore che si inventa stati d’animo diversi, aumentati dall’arte figurativa.’’ Infatti oltre ai brani suonati dai cinque violoncelli, il progetto prevede quattro dipinti, particolarmente rappresentativi sia per la storia dell’arte che per la pittura contemporanea: “Prove Di Tango” di Patrizio De Magistris, “Carceri d’Invenzione”, “Guernica” di Pablo Picasso e “Violon et Compotier” di Georges Braque. Ogni quadro è arricchito dalle “rivoluzioni” di due danzatori letteralmente immersi nella tela.

 

Prolungato applauso degli ospiti in sala che hanno accolto con grande interesse il progetto-viaggio virtuale alla scoperta della “musica aumentata” di Stefano Mainetti nella quale si potrà rimmergersi navigando sul sito web www.renderingrevolution.net. “Stiamo studiando un’app per gli smartphone e i tablet, che metta a disposizione del pubblico il progetto interattivo’’. Ha annunciato il Maestro sottolineando però che il suo grande sogno ora è quello di vedere fisicamente realizzata la sua opera. ‘’ Il progetto, infatti, non è destinato a rimanere virtuale, perché lo step finale – ha concluso -  è prepararlo per occupare uno spazio reale, un museo o un luogo comunque adatto. Mi metto a disposizione di chi vorrà aiutarmi a farlo’’.

 

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