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Culture
Umberto Galimberti, la libertà e l'amore: il filosofo si racconta ad Affari
Da sinistra la giornalista Ilaria Traditi, l'organizzatrice Oriana Salvucci, Umberto Galimberti e la giornalista Chiara Giacobelli

Di Chiara Giacobelli

Loreto – Umberto Galimberti, scrittore, filosofo, sociologo, giornalista e professore ormai noto al grande pubblico anche grazie ai suoi numerosi libri, è arrivato a Loreto entusiasta e con tanto da dire, non solo in merito al suo mondo culturale, ma anche a quello politico. A volerlo nella città mariana è stata Oriana Salvucci, l’ideatrice e organizzatrice della rassegna Loreto Percorsi, dedicata a risoprire luoghi e sentimenti dell’altrove alla presenza di ospiti illustri. Dopo Galimberti sarà infatti la volta di Serena Dandini il 27 luglio e Piergiorgio Odifreddi l’1 agosto (tutti gli appuntamenti si terranno ad ingresso gratuito in Piazza Garibaldi alle 21.15, con accompagnamento musicale. 

“Galimberti è colui che più di ogni altro rappresenta il fil rouge della rassegna rivolto, quest’anno, all’altrove – spiega Oriana Salvucci – L’altrove reca con sé il viaggio in quanto percorso di conoscenza, meraviglia, stupore, incontro con l’altro, il differente. Il sacro è strettamente legato all’idea del viaggio, alla confusione dei codici e dei significati, a ciò che esubera dalla ragione; un interrogativo sull’esistente e sull’esistere. Galimberti è tutto questo… chi meglio di lui?”

Noi di Affari Italiani abbiamo colto l’occasione per porgli qualche domanda prima dell’inizio della conferenza sul tema del sacro, a proposito del quale il professore ha scritto un intero libro edito da Feltrinelli dal titolo “Orme del sacro”.

 

Proviamo a sintetizzare il suo pensiero attorno al concetto di sacralità in poche parole.

“Il sacro è il luogo del diverso e del separato, nel senso che ci troviamo appunto di fronte a quell’altrove sconosciuto su cui l’essere umano non ha controllo. Nei secoli, sono stati fatti rientrare nell’ambito della sacralità tutti quei fenomeni che la società non è stata in grado di razionalizzare e capire, dagli eventi atmosferici (pensiamo alle divinità greche o egiziane) a molti elementi del Cristianesimo, finanche a esperienze molto più comuni come l’amore. Dunque il sacro è davvero presente in ogni cosa che facciamo e che sperimentiamo, anche se non si è religiosi o non se ne ha coscienza”.   

Lei ha parlato di scelta. Che cosa può dirci a proposito della libertà?

“Che non esiste. C’è un’idea di libertà – a cui fa comodo credere e far credere – ma la libertas nel suo significato originale, intesa come capacità dell’essere umano di autodeterminarsi, è una pura illusione. Certo, abbiamo la possibilità di compiere delle scelte e di orientare il nostro cammino, non siamo degli schiavi né il nostro destino è scritto, ma di fatto ogni individuo è fortemente influenzato nel suo modo di essere dalla natura (ovvero l’aspetto interiore ed esteriore che riceve dal patrimonio genetico) e dall’ambiente (la famiglia, la scuola, la società, il luogo, il tempo ecc). Pertanto, la libertà è anche un qualcosa che confligge con l’identità di ciascuno, frutto di un insieme di elementi che si mescolano fra loro, rendendo ogni persona unica e diversa da tutte le altre”.

In tutto ciò che ruolo svolge l’amore?

“L’amore è l’assenza di libertà per eccellenza, perché non si sceglie mai chi amare, si ama e basta, vivendo un rapimento totale in maniera quasi del tutto passiva, in un’esperienza mistica che rientra appieno nel campo della sacralità. Ecco quindi che torniamo al discorso iniziale e il cerchio si chiude”.

Un’ultima domanda a proposito del dolore e della sofferenza.

“Sarebbe senza dubbio bello se non esistessero, ma la loro presenza è indiscutibile e incancellabile. Fanno parte del mondo, della natura, dell’umanità. Tuttavia, non devono essere demonizzati: le crepe e le fragilità sono belle perché la vita stessa è una crepa, una ferita aperta che sanguina con la quale dobbiamo imparare a convivere. Se essa non esistesse, nessuno di noi sarebbe capace di quel sentimento che chiamiamo compassione, grazie al quale la razza umana non si è ancora estinta”.

Info: www.umbertogalimberti.it

 

 

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