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Cattaneo (InfoCert) da Trento: "Lo Spid resterà, al lavoro per un wallet Ue"
Danilo Cattaneo
 

Festival dell'Economia di Trento, l'intervista di Affari a Danilo Cattaneo, Ceo di InfoCert

Abbiamo un account elettronico, un indirizzo mail? Un profilo social? Se sì, abbiamo un’identità digitale. Ovviamente questa è costituita delle molte informazioni che esistono su di noi e che sono rintracciabili sul nostro conto, in rete. Informazioni che singolarmente possono significare poco, ma che messe insieme dicono esattamente chi siamo e che potrebbero essere usate a nostra insaputa. Ecco perché l’identità digitale va garantita. Ma come? Affaritaliani.it ne ha parlato con un esperto, Danilo Cattaneo, Ceo di InfoCert, intervenuto sul tema al Festival dell’Economia di Trento.

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Danilo Cattaneo, voi vi occupate di identità digitale, ma che cosa significa esattamente?

L'identità digitale è la rappresentazione online di un individuo, qualunque account social è di per sé rappresentazione della nostra identità digitale. Data la semplicità di creare un’identità digitale chiunque ne può creare svariate, ovviamente non rispondenti ad identità reali. Da decenni vi sono identità digitali sicure, ad esempio le credenziali rilasciate dalle banche per operare online, ma di solito servono per accedere solo ad un fornitore di servizi. In questi ultimi anni si è investito sull’identità digitale “certificata” e standard quindi accettata da molti fornitori di servizi, che rappresenta online la persona in modo univoco e identificato, consentendo l'autenticazione e l'accesso a servizi digitali in modo sicuro.

Perché è diventata essenziale?

L'identità digitale è diventata essenziale, soprattutto durante e dopo la pandemia, perché garantisce chi sia collegato ad un servizio e quindi la protezione dei dati personali, la sicurezza delle transazioni e facilita l'interazione digitale in vari settori, come l'istruzione, la sanità, le finanze e il lavoro. Solo del 2022 oltre 1 miliardo di autenticazioni spid hanno consentito l’accesso al 730 precompilato, l’iscrizione a scuole e concorsi pubblici, le domande all’inps per i servizi erogati dall’istituto ed oltre 15.000 altri servizi online. Grazie a questa modalità di fruizione dei servizi pubblici e privati si sono migliorati traffico e inquinamento nelle città (evitando di richiedere spostamenti di persona), abilitati nuovi processi digitali e remoti non possibili senza l’identificazione certa delle controparti e… migliorata la vita di cittadini ed imprenditori che riescono a svolgere molte più attività da casa o dall’ufficio e quindi a sprecare meno tempo per la burocrazia.

È circolata la voce di una cancellazione dello SPID. È vero secondo lei?

Non sarebbe nell’interesse di nessuno spegnere uno dei sistemi di identità più di successo in Europa. A dicembre si è creata confusione attorno ad alcune affermazioni mal interpretate ma posso garantire che da inizio anno stiamo collaborando attivamente con il Governo sul futuro di SPID (per cui sono state dedicate risorse aggiuntive disponibili a giugno 2023) e in generale sul futuro dell’identità digitale in Italia. Questo strumento non verrà cancellato, stiamo lavorando con Agid ed il Dipartimento per la trasformazione digitale ad un accordo per far gradualmente evolvere SPID verso il futuro Wallet digitale Europeo, aprendo nuove prospettive per la gestione digitale dell’identità.

C'è una sovrapposizione con la Carta d'Identità elettronica?

La Carta d'Identità Elettronica (CIE) e SPID possono essere considerate complementari, ma non sovrapposte. La CIE è un documento di identità fisico con funzionalità “digitali”, ed è lo strumento ideale ad accedere ed autenticarsi in modo digitale in contesti fisici ad alto rischio, come negli aeroporti. SPID nasce per essere digitale, ed è pensato a rappresentare online non solo l’identità dell’individuo, ma anche la sua appartenenza ad un’organizzazione (il cd spid uso professionale) o rappresentare addirittura un’identità giuridica.

Ma, in prospettiva, verso quale scenario ci muoviamo?

Il futuro dell’identità digitale è quello del Wallet: un portafoglio digitale dove ogni informazione riguardante l’identità di un individuo sarà certificata e nel pieno controllo dell’utente che potrà decidere, di volta in volta, quali informazioni condividere durante l’accesso ad un portale web. I cittadini potranno preservare completamente la propria privacy senza il rischio di affidare ad altri la propria identità.

Il digitale sta cambiando l'economia?

Assolutamente sì. Il digitale sta rivoluzionando l'economia in molti modi. Sta aprendo nuove opportunità di business, favorisce l'innovazione, l'efficienza operativa e la trasformazione digitale delle aziende. Inoltre, il digitale sta consentendo l'accesso a mercati globali, l'automazione dei processi e lo sviluppo di nuovi modelli di business basati sui dati.

L'IA è una prospettiva da temere? Sapremo controllarla?

L'Intelligenza Artificiale (IA) è una tecnologia potente che offre numerosi vantaggi, ma è importante regolamentare opportunamente uno strumento così potente. Dobbiamo garantire che l'IA sia sviluppata e utilizzata in modo etico, responsabile e trasparente. La chiave sta nell'assicurare che l'IA sia guidata dai valori umani, che sia imparziale e rispetti la privacy e la sicurezza dei dati. Con una regolamentazione adeguata, una governance solida e un coinvolgimento attivo degli attori chiave, possiamo governare l’evoluzione dell'IA e sfruttarne appieno i benefici, mitigando (ma difficilmente azzerando) al contempo i rischi potenziali.

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