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Economia
Aspi, Atlantia alza il prezzo. Fra Cdp e Benetton posizioni ancora distanti

Le trattative tra Atlantia e Cassa depositi e prestiti per giungere a una soluzione concordata sul dossier Autostrade per l'Italia (Aspi) sono proseguite anche ieri. Un segnale, secondo il Giornale, di disponibilità all'interlocuzione anche dopo la sortita di martedì scorso della holding controllata dalla famiglia Benetton con il 30,25%. In particolare, secondo i rumors, la società guidata dall'ad Carlo Bertazzo ha proposto due ipotesi alternative rispetto al piano originariamente con il governo, il ministero dell'Economia e quello delle Infrastrutture.

La prima è una vendita tramite un processo competitivo internazionale gestito da advisor indipendenti dell'intera quota dell'88% detenuta da Atlantia in Aspi, al quale potrebbe partecipare Cdp con altri investitori istituzionali. 

La seconda proposta consiste invece in un altro meccanismo di cessione, con la scissione parziale o proporzionale di una quota fino all'88% di Aspi mediante creazione di un veicolo beneficiario da quotare in borsa creando quindi una public company contendibile. Le proposte, ancorché rimaste sulla carta, mirano a massimizzare il ritorno economico che Atlantia avrebbe dall'uscita da Autostrade per l'Italia. 

Nel bilancio della holding, infatti, la quota è computata per 5,8 miliardi di euro con una valutazione del 100% di circa 6,5 miliardi. Secondo alcuni analisti, lo scorporo dalla holding farebbe emergere un plusvalore che porterebbe il totale a circa 9 miliardi. In questo modo sarebbero tutelate le istanze degli azionisti di minoranza di Atlantia tra i quali il fondo Tci ha già presentato un ricorso alla Corte di Giustizia Ue per esproprio dei diritti delle minoranze. 

In ogni caso, secondo Repubblica, Cdp sarebbe orientata ad andare avanti con il primo piano concordato a inizio luglio, ovvero l'aumento di capitale riservato alla Cassa e a un pool di soci italiani e la successiva quotazione in Borsa di Aspi. In serata c'è stata una nuova riunione in Cdp, per vagliare tutti gli aspetti tecnici e decidere come procedere, riunione che però non avrebbe trovato punti di incontro, rinviando ad oggi un nuovo incontro tra le parti. 

Non ci sono nuove scadenze, ma di sicuro ogni soluzione sul tavolo presenta dei punti deboli che vanno ancora negoziati. La scissione proporzionale, come l'asta, implicano tempi lunghi, perché Atlantia tra le altre cose garantisce anche 4,8 dei 9,6 miliardi di debiti di Aspi, che andrebbero rifinanziati su altre basi. Stesso discorso per l'aumento di capitale della Cdp che in attesa del piano di tariffe è difficile quantificare, senza contare che i soci di minoranza di Atlantia, che rappresentano due terzi del capitale, sono già sul piede di guerra e minacciano di adire le vie legali.

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