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Le Aziende ai tempi del Coronavirus
Coronavirus, Bottinelli: “BASF Italia al fianco delle filiere essenziali”

Coronavirus, “BASF Italia è lo specchio dell’attività del Paese, la chimica è dappertutto”, ha dichiarato in un’intervista ad Affaritaliani.it l’Amministratore Delegato Lorenzo Bottinelli.

Il quadro economico del Sistema Paese è radicalmente mutato per effetto del Coronavirus. Le ricadute economiche, sociali e politiche sono ancora tutte da stimare. Ci troviamo di fronte a un doppio scenario: da una parte interi settori inginocchiati, dall’altra rami industriali in forte crescita.

L’industria chimica sostiene parte delle filiere strategiche ed essenziali: farmaceutico, dispositivi medici, prodotti per l'igiene, agro-alimentare e packaging sono solo alcuni dei segmenti in questione.

In un’intervista a Lorenzo Bottinelli, Amministratore Delegato di BASF Italia, Affaritaliani.it ha sondato la situazione attuale.

Emergenza Covid-19: come si è organizzata l’azienda per garantire operatività e continuità del servizio offerto?  

Il decreto del Governo ha inserito l’industria chimica tra quelle autorizzate a operare, perché considerata determinante per mantenere operative parte delle filiere strategiche a supporto dello sforzo che il nostro Paese sta compiendo. Effettivamente, i nostri prodotti sono alla base di tantissime industrie fondamentali. Noi, come BASF Italia, ci siamo rapidamente organizzati in modo da garantire operatività nel rispetto di tutte le disposizioni che giungono dalle Autorità e, ad oggi, i nostri siti produttivi sono aperti e operativi.

Sin dall'inizio dell'emergenza, BASF Italia persegue un duplice obiettivo: garantire la sicurezza dei propri collaboratori e mantenere attiva la produzione. Non soltanto per salvaguardare il business ma, soprattutto, perché le nostre soluzioni alimentano filiere essenziali. Mi riferisco, ad esempio, a settori come il farmaceutico, quello dei dispositivi medici e dei prodotti per l'igiene. Penso al settore agro-alimentare e all'industria del packaging: fondamentale per garantire conservazione e consegna dei beni di consumo, necessari per gestire la quotidianità dei cittadini del Paese.

Quali misure cautelari sono state adottate per scongiurare il rischio di diffusione interna del virus?

Consapevoli che, per un Gruppo come il nostro che, in Italia, impiega oltre 1.500 persone, affrontare un’emergenza di queste dimensioni richieda un approccio a 360°, abbiamo individuato 4 aree di intervento, ovvero: Igiene, Condotta, Organizzazione e Comunicazione. Per ognuna di esse, abbiamo definito un set di azioni puntuali, messe in campo e costantemente monitorate da un Comitato di Crisi.

Nello specifico, per quanto riguarda l’Igiene, abbiamo definito protocolli avanzati per la sanificazione degli ambienti di lavoro, ma anche degli oggetti condivisi, come i telefoni delle cabine di controllo. A livello di Condotta, abbiamo fornito a tutti i nostri collaboratori disposizioni chiare e semplici da seguire in azienda e a casa, dalle regole di distanza di sicurezza, all’invito a lavarsi con maggiore frequenza le mani fino al suggerimento di utilizzare, ove richiesti, gli appositi dispositivi di sicurezza. Per quanto concerne l’Organizzazione, abbiamo rallentato le attività non strettamente legate alla produzione e rivisto le regole di accesso ai nostri siti, anche per il carico/scarico merci. Ci siamo, inoltre, immediatamente attivati per diradare il più possibile le presenze di persone in azienda in modo da rendere più semplice mantenere le distanze di sicurezza negli spazi comuni, favorendo lo smartworking delle figure in grado di lavorare da casa e riorganizzando i turni di lavoro.

Molte delle misure, definite in coordinamento con i rappresentanti dei lavoratori, hanno, di fatto, anticipato le indicazioni contenute nei diversi decreti definiti poi dal Governo che sono, comunque, stati sempre puntualmente applicati e costituiscono il punto di riferimento primario della nostra attività.

Tutta la nostra attività è stata supportata da un intenso lavoro di Comunicazione, attraverso la Intranet aziendale, le bacheche, i canali social e tutti gli strumenti di comunicazione.

Avete introdotto o aumentato, se già istituita in precedenza, la politica di smart working? Avete rilevato una maggiore produttività?

Sul tema Smart Working, da diversi anni abbiamo adottato protocolli chiari e condivisi con le rappresentanze dei lavoratori. Quindi, in questo senso, eravamo sicuramente più preparati di altri a questa “rivoluzione”. Già prima dell’emergenza Covid-19, circa il 12% delle nostre risorse lavorava in modalità smart. Oggi, il 57% dei nostri collaboratori lavora da casa e continuerà a farlo finché non riceveremo indicazioni diverse da parte delle Autorità.

Non nego, tuttavia, che attivare lo smart working per la quasi totalità delle nostre risorse in modo così repentino, abbia richiesto un grande sforzo da parte di tutti. Nel complesso, siamo comunque stati in grado di riorganizzarci con rapidità ed efficienza, definendo regole e modalità chiare per mettere le nostre persone in condizione di lavorare da casa, in sicurezza. Fondamentale, in questo senso, l’attività della Direzione HR che si è attivata per acquistare e distribuire attrezzatura tecnologica anche a quanti ne fossero sprovvisti.

Avete istituito una persona di riferimento che coordini le questioni relative alla sicurezza?

Abbiamo fatto di più: in ognuno dei nostri siti è stato istituito un comitato di crisi per garantire un monitoraggio delle condizioni di salute del nostro staff e il totale rispetto delle norme igenico-sanitarie rafforzate, che sono state introdotte. Un Comitato di Crisi principale, che presiedo personalmente e cui partecipa tutta la prima linea aziendale, è in collegamento costante con i Comitati locali per garantire la massima attenzione sul tema.

Avete previsto forme di raccolta fondi per supportare l’emergenza Covid-19?

Sì, certamente. Con il coinvolgimento delle RSU locali abbiamo sviluppato un’iniziativa in tal senso. Questa emergenza ci tocca tutti da vicino e, sia come azienda che come singoli individui, vogliamo esprimere un segno di solidarietà a quanti sono impegnati in prima linea per contrastare l’emergenza sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Per questo abbiamo lanciato l’iniziativa a sostegno della Protezione Civile. Tutti i collaboratori possono contribuire, su base volontaria, ad una raccolta fondi donando ore di retribuzione ordinaria, di ROL, oppure di ferie. L’Azienda, a sua volta, contribuisce con un importo del valore doppio rispetto a quello dei collaboratori. L’importo totale viene donato per sostenere l’emergenza Coronavirus.

Ad oggi, avete riscontrato un impatto economico del virus sul business dell’azienda?

In questo momento è davvero difficile fare una stima attendibile e significativa dell’impatto economico complessivo. Sarebbe anche fuorviante analizzare ora i flussi di domanda/offerta del mercato, impattati dal blocco delle attività e dal boom della domanda di alcune produzioni specifiche (penso a tutti i prodotti per la detergenza e l’igienizzazione).  Come accennavo prima, le soluzioni BASF alimentano diverse filiere, da quella farmaceutica a quella agro-alimentare, dal packaging ai materiali edili, dalla cosmetica al footwear e molto altro ancora. La chimica è dappertutto e, in un certo senso, possiamo dire che “siamo lo specchio dell’attività del Paese”. Le nostre performance rifletteranno quelle delle filiere e delle industrie che riforniamo e molto dipenderà da quanto velocemente l’intero sistema produttivo riprenderà a funzionare. Ci sono settori industriali per cui, già prima dell’emergenza, potevamo stimare un calo a livello globale (vedi l’automotive) e produzioni che, invece, stavano sperimentando una forte crescita (penso alle bioplastiche, ad esempio). È evidente come il quadro economico sia ora radicalmente mutato e gli effetti - economici, sociali, politici - di questa pandemia ancora tutti da stimare.

Quali sono le strategie che l'azienda intende adottare per affrontare le conseguenze del virus sulle attività a lungo termine?

La priorità di BASF in Italia è al momento quella di garantire la sicurezza del proprio personale e assicurare continuità alle produzioni essenziali per il Paese, nel rispetto di quanto previsto dai decreti governativi. Vogliamo rimanere vicini ai nostri clienti che sono
e rimangono al centro della nostra strategia. Non abbiamo mai smesso di comunicare con loro e stiamo garantendo, nei limiti del possibile, ogni forma di continuità nel supporto tecnico e nella logistica. BASF è una realtà globale, ma vanta anche una profonda conoscenza del mercato italiano e un forte radicamento locale. Sappiamo quanto il nostro tessuto imprenditoriale, fatto soprattutto di tante piccole e medie imprese, sia gravemente impattato da questa emergenza, ma confidiamo nella capacità di reazione del Sistema Italia e ci stiamo attivando per capire come fronteggiare la fase due dell’emergenza.

Quali sono le Sue previsioni per il futuro del sistema Paese e quali misure, a suo avviso, dovrebbero mettere in campo Istituzioni e aziende?

Il sistema Paese si trova ad affrontare la crisi sanitaria più grande nella storia della nostra Repubblica. Gli effetti di questa crisi impatteranno in modo importante sia nelle nostre relazioni sociali, che in quelle economiche. Alcuni meccanismi consolidati legati a comportamenti individuali e collettivi che davamo per scontati fino a qualche settimana fa, sono ora compromessi. Di conseguenza, alcune attività socioeconomiche - dalla scuola alla ristorazione e ospitalità - dalle filiere legate a beni di consumo non di primissima necessità all’intrattenimento, fino ai rapporti internazionali di scambio sono fortemente rallentate o, addirittura, totalmente ferme.

Tanto le istituzioni, quanto le aziende hanno il difficile compito e responsabilità di tutelare al massimo il tessuto sociale e produttivo supportando lavoratori, famiglie e imprese con strumenti e strategie straordinarie ed inedite. Credo che sarà vitale cercare e trovare tutte le possibili alleanze, sia all’interno del paese che a livello internazionale stabilendo nuovi e più alti livelli di collaborazione. Agire bene, insieme, e senza tentennamenti, in questa fase ci aiuterà ad attraversare la crisi ma, soprattutto, a farci trovare pronti per un rimbalzo in avanti, quando l’emergenza sanitaria sarà mitigata.

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